domenica 11 settembre 2016

A. Mittone: Mi sta malissimo

Tratto da ilfoglio.it

C’è stato un tempo in cui la vita era tutta rosa. Cuoricini di paillettes rosa shocking si rincorrevano su magliettine rosa confetto, strabordavano sui volant di gonnelline rosa antico e infine planavano sui fiocchi di leziosi sandaletti bianchi e rosa.
Poi è arrivata l’adolescenza e l’unico rosa sopravvissuto è quello di un fard (peraltro poco usato perché invecchia). Quando la vita era rosa, immaginavo i pomeriggi di shopping con mia figlia diventata adolescente come quelli di certi film dove mamma e figlia fanno facce buffe davanti allo specchio del camerino, selezionano in rapido montage abiti e giacche e poi, cariche di buste ed ebbre di allegria, finiscono a scambiarsi affettuose confidenze davanti a uno spumoso frappè rosa fragola.

Oggi che mia figlia ha sedici anni, quando dalla sua stanza rigorosamente chiusa arriva l’urlo “Non ho niente da mettermi!” (rabbioso, infelice, vagamente recriminatorio perché è colpa mia e

giovedì 8 settembre 2016

Di ritorno da Cracovia (5)

Nascono affetti liberi

Chi ama Cristo ama anche i fratelli. Li ama nella libertà di lasciare loro sempre la possibilità di esprimersi. Impara la fatica del voler bene, del sapersi astenere da alcune forme piacevoli ma vischiose dei gesti. Ama il fatto che l'amico cammini e diventi più grande, non vuole trattenere per sé ma gioisce dei passi che ognuno fa nello sviluppare i talenti che Dio gli ha dato; in una parola ama la sua vocazione.

martedì 6 settembre 2016

Di ritorno da Cracovia (4)

Rinasce il pudore

Una delle forme più volgari e tristi della violenza contemporanea è l'assenza di quel velo di grazia che si chiama pudore. La volgarità, i doppi sensi, e la pornografia distruggono la bellezza del corpo e dell'animo umano. Ogni significato della corporeità viene travolto in una violenza che passando per il degradamento ha per ultimo gradino la morte. Chi conosce Cristo ritrova il giusto profilo delle cose, è capace di guardare a sé con onestà e di guardare gli altri come segni e presenza della grazia. Non pensa più all'altro sesso come ad un oggetto di piacere ma riconosce la grandezza ed il mistero della persona che ama, “tu sei un segno per me”.

sabato 3 settembre 2016

Baroncini: Sono una delle poche persone che conosco soddisfatte di essere prete

Baroncini, le confessioni di un vecchio leader di CL

di Riccardo Cascioli 30-08-2016


Tratto da la nuova bussola quotidiana

La lunga vita sacerdotale? «È vedere realizzata la promessa di Dio». Don Giussani? «Per me ha significato scoprire che Gesù Cristo è la salvezza per tutti gli uomini, scoprire l’orgoglio di essere cristiani». Comunione e Liberazione? «Non ha ancora realizzato la genialità di Giussani». A parlare così è don Fabio Baroncini, che del movimento fondato dal servo di Dio don Luigi Giussani non è soltanto uno della prima ora, ma è stato parte del ristretto gruppo di amici che per 40 anni ha condiviso con Giussani la responsabilità del movimento.