giovedì 15 febbraio 2018

Cantar d'amore: E tu di C. Baglioni - 1974


Sono davvero grato a Baglioni per il festival di Sanremo. Non ho mai particolarmente seguito IL festival e ne ricordo poche edizioni. Anche se nessun italiano può dire di esserne totalmente estraneo, un po' come al calcio. Settimana scorsa invece mi sono sinceramente appassionato perché ho trovato dei momenti di poesia davvero notevoli. Grazie quindi a chi lo ha diretto!
Nella memoria della mia adolescenza (soprattutto quella trascorsa al mare) Baglioni è ben presente. Nella memoria non liturgica di san Valentino ripropongo uno dei suoi brani più famosi incentrato sui pronomi tu ed io. Scelta semplice ma assai efficace.

Accoccolati ad ascoltare il mare
quanto tempo siamo stati
senza fiatare
seguire il tuo profilo con un dito
mentre il vento accarezzava piano
il tuo vestito
e tu
fatta di sguardi tu

e di sorrisi ingenui tu
ed io
a piedi nudi io
sfioravo i tuoi capelli io
e fermarci a giocare
con una formica
e poi chiudere gli occhi
non pensare più
senti freddo anche tu
senti freddo anche tu 


Il mare, le stelle, tu ed io, la poesia che scoppia inattesa e desiderata a dare ad ogni dettaglio un senso di semplicità, gratitudine e promessa di futuro. Scopro di sentire le stesse cose che provi tu. Niente di letterariamente difficile ma... vero!

e nascoste
nell'ombra della sera poche stelle
ed un brivido improvviso
sulla tua pelle
poi correre felici a perdifiato
fare a gara per vedere
chi resta indietro
e tu
in un sospiro tu
in ogni mio pensiero tu
ed io
restavo zitto io
per non sciupare tutto io 

L'amore è rischio e timore, se ogni cosa diventa importante mi prende anche la paura di sbagliare e rovinare la magia. Vorrei usare parole come i poeti ma ne sarò capace?

e baciarti le labbra 
con un filo d'erba
e scoprirti più bella
coi capelli in su'
e mi piaci di più
e mi piaci di più
forse sei l'amore... 

All'inizio della vita cosciente un uomo è adolescente. Che questo sia amore? E chi lo sapeva prima di provarlo? Sarà davvero amore? Si chiedono i novizi, seminaristi all'ingresso di una vocazione che appare dall'alto.

e adesso non ci sei che tu
soltanto tu e sempre tu
che stai scoppiando
dentro il cuore mio
ed io che cosa mai farei
se adesso non ci fossi tu
ad inventare questo amore 

Il centro della canzone sta nel tu che sconvolge l'io reinventando la realtà.

e per gioco siam caduti coi vestiti in mare
ed un bacio e un altro e un altro ancora
da non poterti dire
che tu
pallida e dolce tu
eri già tutto quanto tu
ed io
non ci credevo io
e ti tenevo stretta io
coi vestiti inzuppati
stare li' a scherzare
poi fermarci stupiti
io vorrei cioè
ho bisogno di te
ho bisogno di te
dammi un po' d'amore... 

Io vorrei cioè... l'esitazione delle parole quel qualcosa indicibile che conosco e che solo tu puoi creare con me l'ho appena scoperto e già sento di non poterne fare a meno.

e adesso non ci sei che tu
soltanto tu e sempre tu
che stai scoppiando dentro il cuore mio
ed io che cosa mai farei
se adesso non ci fossi
tu ad inventare questo amore.

Dire, oggi che l'amore è indispensabile è un po' banale. Ciò che sto cercando da un po' di illustrare è che nell'esperienza dell'innamorarsi c'è una dimensione fondamentale che salva l'individuo dall'inganno postmoderno dell'ipertrofia dell'io. Cioè: sperimento che non posso essere io senza un tu. Ho recentemente ascoltato i miei giovani amici molto preoccupati di diventare schiavi. E' comprensibile in tempi di femminicidio e simili. Se i rapporti da legami si fanno legacci che tolgono la libertà vanno purificati e anche troncati talvolta. Ok. Ma io cosa sarei senza i tu della mia vita? Io sono io solo grazie ad un Tu che mi fa scoprire chi sono. La grazia da chiedere al buon Dio è un amore davvero libero.

1 commento:

  1. Chi regala le ore agli altri vive in eterno.Alda Merini.
    Grazie Don .

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