domenica 21 ottobre 2018

Giocare con i bambini è un segno di maturità

Venerdì 13 Ottobre Papa Francesco ha ricevuto in udienza i seminaristi della Lombardia e si è intrattenuto con loro dialogando e rispondendo alle loro domande. Un milanese gli ha chiesto:


Marco: Santo Padre, sono Marco, della diocesi di Milano, seminarista di quinta teologia. Santità, l’anno di quinta teologia è un anno decisivo in ordine al cammino di discernimento vocazionale, in vista degli ordini sacri. Le chiediamo: come ha vissuto la parte del discernimento spirituale nella Sua vita? Come ha compreso la chiamata alla vita religiosa e al sacerdozio, con particolare attenzione alla vita affettiva? Come le diverse figure di accompagnamento spirituale negli anni della formazione sono state veri e propri soggetti del Suo discernimento?
E il Papa ha risposto:

Papa Francesco:  Come ognuno di voi ha fatto discernimento nella propria vita per decidersi ad entrare nel seminario. È una strada, quella di discernere e vedere cosa il Signore vuole da me, accompagnato da un altro che mi aiuti. Come si vede? Cosa sento, cosa mi lascia in pace, cosa mi lascia inquieto, cosa mi toglie la pace… Io ho avuto un grande uomo che mi ha aiutato tanto, in questo: era il decano di filosofia, ma era un uomo che aveva studiato molto la vita spirituale e soprattutto il discernimento dal tempo dei monaci fino adesso. E mi ha aiutato tanto. Dava dei consigli reali, concreti per aiutare ad andare avanti. Per esempio, ricordo una volta che si parlava, in una scuola di antropologia, si parlava della maturità. “E come si sa – ha detto un mio compagno – come si sa se uno è maturo o non è maturo?”. E lui ha detto: “Mah… tu hai fratelli e sorelle: sono sposati?” – “Sì, due” – “E hanno figli?” – “Sì” – “Tu sei capace di giocare con i tuoi nipotini?” – “Eh, non so…” – “Prova: se sei capace, vai bene; se non sei capace, ti manca qualcosa”. Le cose concrete della vita ti portano al discernimento, e un segnale di maturità è la capacità di giocare con i bambini. Un uomo che non sa giocare con i bambini, gli manca qualcosa. Giocare con i bambini della famiglia; perdere il tempo, come i papà, i papà e le mamme…, le mamme lo fanno più spesso perché sono con il bambino, ma il papà quando torna dal lavoro stanco, deve fare uno sforzo per giocare con il bambino … Questo è un esempio di discernimento. 

Ecco, io debbo dire che l'ho sempre pensato ma non avevo mai avuto una dichiarazione così autorevole che fosse vero: giocare con i bambini è un segno di maturità. Coloro che non vogliono giocare coi bambini o non ne sono capaci mancano di qualcosa. 
Io ho avuto la fortuna di avere un papà che giocava sempre con noi. Quando tornava alla sera giocava con noi e pareva che non ci fosse nulla che lui anteponesse al gioco con noi. Spesso giocava con noi anche quando in casa c'erano ospiti. Tanto che qualcuno a fine serata diceva: eravamo venuti per stare un po' con te e non ti abbiamo neanche visto! 
Anche mia mamma giocava spesso con noi, abbiamo giocato a molti giochi diversi. Lei in casa aveva spesso molto di più da fare ma non mancava di trovare degli spazi per giocare con noi piccoli. Qualche volta amava anche organizzare delle piccole recite e a noi piaceva travestirci. Non rifiutavamo e non ci vergognavamo, era un gioco. 
Credo che buona parte della mia gioia sia dovuta a questa infanzia e che buona parte della missione che svolgo trovi in essa una radice solidissima. Quanto mi spiace quando vedo dei bambini che non hanno ricevuto queste attenzioni! Credo che anche a Dio piaccia giocare.

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