Se arriva un ospite la camera deve avere il letto fatto, un bottiglietta d'acqua, il tappetino ai piedi del letto, l'asciugamano pulito ecc. ecc. I modi da Woodstock del dormire su un tappetino poco vestiti e di lavarsi in open space non sono i nostri. L'accoglienza è una cosa seria, come si fa se non c'è un po' di caffè in casa?

Propongo alcuni semplici pensieri.
1. Per accogliere occorre essere in casa propria. Accoglienza e tradizione non sono in competizione, solo chi è ben radicato può accogliere.
2. Per accogliere occorre avere spazio. Non può accogliere chi non lascia a ciascuno la sua libertà altrimenti, anche se mascherata da accoglienza, si tratterà solo di volontà di affermarsi.
3. Per accogliere occorre avere cuore. Dato che ciò che cerchiamo non è un letto o una salvietta ma un volto amico, sarà accogliente chi sarà capace di ascolto e di compassione.
4. Accoglie chi è stato accolto. Solo se ho sperimentato che un altro mi è stato vicino senza farmi violenza, ascoltandomi e permettendomi di essere libero potrò a mia volta accogliere.
5. Accogliendo si dona e si riceve. Una accoglienza riuscita ricompensa l'ospite e l'ospitato con il miracolo della fraternità che nemmeno Mastercard può assicurare.
La gioia dell'accoglienza va vissuto e sperimentata perchè è bellissima e arricchente.
RispondiEliminaMa, come tutti i grandi eventi, anche questa volta c'è stata un po' di confusione nella gestione delle informazioni e delle famiglie che si erano messe a disposizione per ospitare.
Soprattutto i volontari parrocchiali si sono trovati tra l'incudine (l'organizzazione) ed il martello (le famiglie) e con grande stoicità hanno saputo gestire situazioni difficili:
- ospiti che scompaiono
- case non più disponibili
- ospiti che arrivano ed altri no
- case disponibili in abbondanza (e relativa delusione di chi non poteva ospitare)
Quindi un grande grazie va a tutti questi volontari. Siete stati davvero bravi e pazienti.
ciao
iL Magnifico