Nella natura umana del tuo Figlio, o Dio,
hai voluto darci la fonte e il compimento
di ogni nostro rapporto con te;
mantienici sempre nella sua eredità
perché ogni nostra possibilità di salvezza
risiede in lui, che vive e regna
nei secoli dei secoli.
In questi giorni l'ho sentita particolarmente vicina. Ormai da diversi anni la liturgia ambrosiana è la sorgente da cui ho attinto per nutrire la mia debole preghiera. Il rapporto con Dio non è cosa semplice né scontata. A dire il vero, sarò un peccatore, ogni rapporto umano ha la sua complicazione poliedrica, la sua ricchezza imprevedibile. Mi annoio quando i preti ripetono che ciò che conta sono i rapporti. Mi arrabbia quando sento qualche cattedratico genitore o saccente educatore asserire: quel ragazzo fa confusione nei rapporti. Chi non fa confusione nei rapporti? Ogni rapporto umano è in sé un magma di movimenti spesso incompresi dagli stessi protagonisti, un sisma profondo alla borghese ipocrisia della normalità. E non parlo di quello tsunami che è l'innamoramento, nemmeno della piatta necessità della funzione o del commercio (cose tutte che non sono poi così piatte come: quanto costa quel cappello? o: due biglietti per Milano, grazie).
Il rapporto con Dio è ancora più complesso, splendido, confuso e ammaliante, rigenerante e sincero. Vedo bene come nel cuore Dio è ben presente soprattutto agli atei - categoria ahimè in via di estinzione - vi prego salvatene qualcuno che si stava così bene nel dialogo critico e drammatico con la moralità radicale e comunista - vabbé.
La liturgia ambrosiana ha in sé gloria e sobrietà, teologia e poesia, concretezza e fantasia (ma da dove sorge questa serie di nani ignoranti che si piccano di capire di liturgia perchè cantano [male] le orazioni o perché spendono migliaia di euro - bestemmia ben peggiore dei miei amati eterni adolescenti bergamansco-calciatori- per casule orrende?!?).
Il rapporto con Dio però ha trovato luce e strada in Cristo. La sua umanità divina ha stabilito per sempre il paradigma o l'archetipo di ogni vero rapporto con Dio. E' la fonte inesauribile di luce e di calore per ogni cuore sincero, sede della Chiesa.
Corriamo sempre sul filo di perdere la figliolanza e quindi la gratuita eredità che ci è stata donata. Corriamo rischi orrendi ed eterni, coscienti o no. Impareremo mai che qui risiede il segreto unico della pace? La falsa religione è lì costantemente accovacciata alla porta del rapporto. Lui bussa e noi chiudiamo o peggio apriamo ed uccidiamo l'ospite di bulimiche espressioni di paura.
La salvezza giunge povera e sorridente. non lo abbiamo ancora imparato? Una bambina gioca a castelli di sabbia, sorride seduta sulla spiaggia mentre il padre crea e ricrea il cosmo. Ci donerai ancora il soffio del candore? Tu sei il re dei re e passeggi danzando sul ghiaccio della nostra libertà.
In una gita invernale
alla malga o al rifugio
arriviamo sudati e convinti di essere forti
di avere diritto alla mercede
tu ci accogli sereno e benigno
sorridi, ci offri vino e sacher torte
riempio il nostro zaino senza che ce ne accorgiamo
non si sassi malvagi ma di acqua e di lana
di manna salata e fede e speranza.
Tu sei carità (che confusione la parola amore).
Se la parola amore è
RispondiEliminauno straccio lurido,
se non ho altra lingua per dire cosa amo,
se l'anima adesso è un ingombro
e il cielo un posto come un altro
se dormiamo e dormiamo
se il mio canto è schiacciato nel cantone
se il mio canto o il tuo, se il mio canto
se tutte le parole dei savi sono troppo lente per questa corsa sui cocci,
se anche le bestie in quel loro morire bastonate
neppure si rivelano
se c'è una tosse se c'è una
tosse che incrosta il cielo
e poi lo sputa
se abbiamo nemici dentro le teste
e macchinette rotte
se la mano è scontrosa alla mano
scontrosa rompe l'onda e il ramo
rompe l'ala e il becco
se abbiamo salmi stonati
se le macerie sulle facce stanche
fanno il peso di tutta la storia
se poi nessuno viene
nessuno s'alza dal fradicio delle tombe
a consegnarci un grappolo, una tazza
un giuramento alla luce
se se se
se c'è una sete che ci ammala
se c'è un sorso per chi ha sete
se davvero davvero muove il sole
se muove il sole e l'altre stelle
se la sua gran potenza, sua gran
potenza d'antico Amor,
se il nostro cuore è immenso
se il nostro cuore
talvolta è immenso, se le
stelle nascono, se è vero che nascono
anche adesso, se siamo polverine allo sbaraglio,
catenelle smagliate,
benedico ogni centimetro d'Amore ogni minima scheggia d'Amore
ogni venatura o mulinello d'Amore
ogni tavolo e letto d'Amore
l'Amore benedico
che d'ognuno di noi alla catena
fa carne che risplende
Amore che sei il mio destino
insegnami che tutto fallirà
se non mi inchino alla tua benedizione
(Mariangela Gualtieri tratta da "Fuoco centrale
e altre poesie per il teatro", Einaudi, 2003)