martedì 5 gennaio 2016

Che confusione la parola amore

Al termine dell'Ora Media, nella Liturgia delle Ore secondo il rito ambrosiano si trova la seguente orazione:

Nella natura umana del tuo Figlio, o Dio,
hai voluto darci la fonte e il compimento
di ogni nostro rapporto con te;
mantienici sempre nella sua eredità
perché ogni nostra possibilità di salvezza
risiede in lui, che vive e regna
nei secoli dei secoli.

In questi giorni l'ho sentita particolarmente vicina. Ormai da diversi anni la liturgia ambrosiana è la sorgente da cui ho attinto per nutrire la mia debole preghiera. Il rapporto con Dio non è cosa semplice  né scontata. A dire il vero, sarò un peccatore, ogni rapporto umano ha la sua complicazione poliedrica, la sua ricchezza imprevedibile. Mi annoio quando i preti ripetono che ciò che conta sono i rapporti. Mi arrabbia quando sento qualche cattedratico genitore o saccente educatore asserire: quel ragazzo fa confusione nei rapporti. Chi non fa confusione nei rapporti? Ogni rapporto umano è in sé un magma di movimenti spesso incompresi dagli stessi protagonisti, un sisma profondo alla borghese ipocrisia della normalità. E non parlo di quello tsunami che è l'innamoramento, nemmeno della piatta necessità della funzione o del commercio (cose tutte che non sono poi così piatte come: quanto costa quel cappello? o: due biglietti per Milano, grazie).
Il rapporto con Dio è ancora più complesso, splendido, confuso e ammaliante, rigenerante e sincero. Vedo bene come nel cuore Dio è ben presente soprattutto agli atei - categoria ahimè in via di estinzione - vi prego salvatene qualcuno che si stava così bene nel dialogo critico e drammatico con la moralità radicale e comunista - vabbé.
La liturgia ambrosiana ha in sé gloria e sobrietà, teologia e poesia, concretezza e fantasia (ma da dove sorge questa serie di nani ignoranti che si piccano di capire di liturgia perchè cantano [male] le orazioni o perché spendono migliaia di euro - bestemmia ben peggiore dei miei amati eterni adolescenti bergamansco-calciatori- per casule orrende?!?). 
Il rapporto con Dio però ha trovato luce e strada in Cristo. La sua umanità divina ha stabilito per sempre il paradigma o l'archetipo di ogni vero rapporto con Dio. E' la fonte inesauribile di luce e di calore per ogni cuore sincero, sede della Chiesa.
Corriamo sempre sul filo di perdere la figliolanza e quindi la gratuita eredità che ci è stata donata. Corriamo rischi orrendi ed eterni, coscienti o no. Impareremo mai che qui risiede il segreto unico della pace? La falsa religione è lì costantemente accovacciata alla porta del rapporto. Lui bussa e noi chiudiamo o peggio apriamo ed uccidiamo l'ospite di bulimiche espressioni di paura. 
La salvezza giunge povera e sorridente. non lo abbiamo ancora imparato? Una bambina gioca a castelli di sabbia, sorride seduta sulla spiaggia mentre il padre crea e ricrea il cosmo. Ci donerai ancora il soffio del candore? Tu sei il re dei re e passeggi danzando sul ghiaccio della nostra libertà.
In una gita invernale 
alla malga o al rifugio 
arriviamo sudati e convinti di essere forti
di avere diritto alla mercede
tu ci accogli sereno e benigno
sorridi, ci offri vino e sacher torte
riempio il nostro zaino senza che ce ne accorgiamo
non si sassi malvagi ma di acqua e di lana
di manna salata e fede e speranza.
Tu sei carità (che confusione la parola amore).

1 commento:

  1. Se la parola amore è
    uno straccio lurido,
    se non ho altra lingua per dire cosa amo,
    se l'anima adesso è un ingombro
    e il cielo un posto come un altro
    se dormiamo e dormiamo
    se il mio canto è schiacciato nel cantone
    se il mio canto o il tuo, se il mio canto
    se tutte le parole dei savi sono troppo lente per questa corsa sui cocci,
    se anche le bestie in quel loro morire bastonate
    neppure si rivelano
    se c'è una tosse se c'è una
    tosse che incrosta il cielo
    e poi lo sputa
    se abbiamo nemici dentro le teste
    e macchinette rotte
    se la mano è scontrosa alla mano
    scontrosa rompe l'onda e il ramo
    rompe l'ala e il becco
    se abbiamo salmi stonati
    se le macerie sulle facce stanche
    fanno il peso di tutta la storia
    se poi nessuno viene
    nessuno s'alza dal fradicio delle tombe
    a consegnarci un grappolo, una tazza
    un giuramento alla luce
    se se se

    se c'è una sete che ci ammala
    se c'è un sorso per chi ha sete
    se davvero davvero muove il sole
    se muove il sole e l'altre stelle
    se la sua gran potenza, sua gran
    potenza d'antico Amor,
    se il nostro cuore è immenso
    se il nostro cuore
    talvolta è immenso, se le
    stelle nascono, se è vero che nascono
    anche adesso, se siamo polverine allo sbaraglio,
    catenelle smagliate,

    benedico ogni centimetro d'Amore ogni minima scheggia d'Amore
    ogni venatura o mulinello d'Amore
    ogni tavolo e letto d'Amore

    l'Amore benedico
    che d'ognuno di noi alla catena
    fa carne che risplende

    Amore che sei il mio destino
    insegnami che tutto fallirà
    se non mi inchino alla tua benedizione

    (Mariangela Gualtieri tratta da "Fuoco centrale
    e altre poesie per il teatro", Einaudi, 2003)

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