mercoledì 6 giugno 2018

Ambrogio: la baldanza e l'umiltà

L'umiltà non fa impressione vista nei vecchi, 
che, privi di forza, 
rotti dagli acciacchi, 
afflitti dai dolori, 
ansanti per difficoltà di respirazione, 
arsi dalle vampe delle preoccupazioni 
e rattristati dalla stessa noia di vivere 
si sono ormai scordati lo slancio della baldanza. 
È vero: l'umiltà è rara nei giovani 
e perciò desta ammirazione. 

Quando l'età è nel fiore, 
quando le forze sono salde, 
quando il sangue ribolle, 
quando non si conosce affanno, 
quando non si sa che cosa sia la debolezza, 
quando ci è compagna l'allegria, 
allora ferve la baldanza, 
allora si erge superbo l'impulso della giovinezza, 
allora l'umiltà è quasi un disvalore 
e la si disprezza come cosa ignobile, 
allora la sottomissione è ritenuta una malattia d'una coscienza degenere. 
Ci vuole quindi una grande maturità morale, 
frutto di lungo addestramento, per vincere la natura.

Ambrogio di Milano, Commento al salmo 118/2, 
lettera Sade 31, Cittànuova, pag. 271.

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