L'umiltà non fa impressione vista nei vecchi,
che, privi di forza,
rotti dagli acciacchi,
afflitti dai dolori,
ansanti per difficoltà di respirazione,
arsi dalle vampe delle preoccupazioni
e rattristati dalla stessa noia di vivere
si sono ormai scordati lo slancio della baldanza.
È vero: l'umiltà è rara nei giovani
e perciò desta ammirazione.
Quando l'età è nel fiore,
quando le forze sono salde,
quando il sangue ribolle,
quando non si conosce affanno,
quando non si sa che cosa sia la debolezza,
quando ci è compagna l'allegria,
allora ferve la baldanza,
allora si erge superbo l'impulso della giovinezza,
allora l'umiltà è quasi un disvalore
e la si disprezza come cosa ignobile,
allora la sottomissione è ritenuta una malattia d'una coscienza degenere.
Ci vuole quindi una grande maturità morale,
frutto di lungo addestramento, per vincere la natura.
Ambrogio di Milano, Commento al salmo 118/2,
lettera Sade 31, Cittànuova, pag. 271.
Nessun commento:
Posta un commento