venerdì 26 ottobre 2012

Tre foto dalla Russia

Molti amici mi stanno chiedendo come è andato il viaggio in Russia. Devo dire che a giorni di distanza le impressioni non scompaiono dal cuore. Scelgo di pubblicare tre foto per dire tre impressioni:


La prima è l'immagine della chiesa ortodossa del seminario di san Sergio. Pur nella pochezza della mia fotografia si coglie il calore e la gloria che le contraddistinguono. La Chiesa ortodossa si è sempre ispirata a Bisanzio e coltiva davvero nella liturgia il contatto con il divino presente nella storia. L'oro, il calore, gli odori e le luci sono espressioni della presenza del cielo tra noi contemplata e vissuta dai monaci e dai preti come modelli di un popolo devoto e compassionevole.


La seconda foto l'ho scatta di sfuggita dal pullmino (nel riflesso si vede la mia mano). Ritrae un anziano signore con tanto di colbacco che va al mercato a vendere le sue mele. Le trasporta in una carrozzina riadattata. Una scena che avremmo forse visto in italia alla fine degli anni '40. La povertà e i danni lasciati dal comunismo e da quel che ne è seguito sono un dramma vivo sulla pelle di milioni di persone. Mai le guide si son  lamentate con noi. I russi portano il dolore con una sorta di rassegnazione e dignità fatali.

La terza foto è il busto di Dostoevskij cui debbo quel poco che conosco dell'anima russa. Invece che sprecare tempo a leggere libri inutili molti preti basterebbe che leggessero Delitto e castigo o i Demoni e si farebbero una idea del cuore dell'uomo molto più vera di quella che hanno. Uno dei più grandi geni dell'umanità. Alcolista come me ed in odore di santità non come me, ha commentato la storia europea con la sentenza più vera e semplice che io conosca: L'europa muore perché ha dimenticato Cristo.

1 commento:

  1. Ciao Don,
    condivido il tuo giudizio sul genio di Dostoevskij, scrittore che ha saputo scandagliare come pochi altri le più riposte pieghe dell'animo umano.

    Per avere un'idea della sua grandezza, basterebbe leggere "Il Grande Inquisitore" (all'interno de "I fratelli Karamazov), che rappresenta, credo, una delle più alte riflessioni sul libero arbitrio che siano uscite dalla penna di uno scrittore europeo.

    Buona domenica!
    Ciao
    Walter Giuntini

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