giovedì 18 ottobre 2018

Le inquietudini e le speranze dei giovani

Signore, Tu conosci le nostre inquietudini.
Esse sono in realtà profonde e personali aspirazioni
ad una ideale figura di uomo che sia vero, sincero,
forte, generoso, eroico e buono.
Migliore insomma dei modelli umani del passato
e del presente: nuovo e perfetto.
Esse sono desideri grandi e stupendi
verso un mondo migliore, libero e giusto,
affrancato dal dominio della ricchezza egoista
e dell'autorità dispotica e ingiustamente repressiva,
reso invece fratello da un comune impegno
di solidarietà e di servizio.
Noi pensiamo all'amore,quello dell'amicizia lieta, pacifica,
cortese espressione d'ogni migliore sentimento;
e noi sogniamo l'amore, quello interpersonale
e sacro del dono di sé; quello per la espansione della vita;
quello che merita sacrificio e che rende felici.
E poi noi, giovani maturi,
per comprendere in sintesi panoramica
la società, la politica, la storia, la dignità
del genere umano, attendiamo una umanità ideale, ma reale,
dove l'unità, la fratellanza, la pace regnino finalmente fra gli uomini.
Noi, insomma, attendiamo e auspichiamo un'era messianica;
noi andiamo, forse senza avvedercene, incontro a un Messia;
si, incontro a Te, Cristo Gesù.
Sei Tu, che può appagare la sete profonda degli animi nostri.
Gesù! Gesù!
Sei Tu la luce e la salvezza dei mondo e di ciascuno di noi.
Gesù! Gesù!
Oggi è il giorno, oggi è la festa della nostra scoperta,
della nostra speranza, della nostra gioia.
Acclamiamo insieme: Osanna! Benedetto Colui che viene
nel nome del Signore!
Amen.

San Paolo VI 
dall'Omelia della Domenica delle Palme, 15 aprile 1973

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