martedì 19 marzo 2013

Io sono Ratzingeriano - 5

Lo so, lo so, il Papa è cambiato, lo so. Ma uno la storia non è che se la leva di dosso in 4 e 4 8. Poi il Papa la mia fiducia se la deve guadagnare, io sono un cattolico adolescente e tendenzialmente bastian contrario. Quando uno piace a tutti a me puzza, se poi piace ai giornali... Io mi trovo sempre un po' meglio nella minoranza che nella maggioranza, son fatto male, si sa. Comunque vorrei concludere la saga della mia storia ratzingeriana ed  ipersoggettiva
citando l'aiuto più concreto che ho avuto da Papa Benedetto.
Certamente colpito dalla condizione di scandalosa mondanità del suo clero, il Santo padre indisse un anno sacerdotale in occasione di non so quale anniversario del santo Giovanni Maria Vianney meglio noto come Curato d'Ars. Ci furono vescovi geniali che riuscirono pure a perdere questa occasione fantastica di conversione del clero annacquando la proposta in un generico "anno del sacerdozio battesimale". Un po' come sottolineare con la matita tutte le parole e le righe di una pagina, un esercizio inutile. Essendo figlio del mio tempo, amante della moda e del buon vino, praticante di quasi tutti i vizi e passioni basse di cui l'uomo sia capace, ho capito subito che toccava anche a me una seria riconsiderazione del mio vissuto.
Oltre alla lettera di Indizione e a molti discorsi nel corso dell'anno (che si possono facilmente reperire sul sito del Vaticano) a Roma organizzarono un convegno sacerdotale: alla sera Veglia e al mattino messa col Papa. Di solito sono incline a preferire le pantofole,  il divano e la televisione e sono anche un po' ambrosianamente allergico ai raduni romani ma questa volta andai. Fu uno dei miei (pochi) amici preti a trascinarmi.
E' stata la prima e l'ultima volta che ho usato il Freccia Rossa: tre ore dalla Centrale a Termini, che spettacolo!
In quella occasione Papa Benedetto applicò alla vita sacerdotale le sue riflessioni sulla fede ed entrò con finezza e sapienza nelle pieghe del nostro vissuto individuandone i mali e suggerendone i rimedi. Alla sera diede cinque risposte alle domande dei sacerdoti. Per la prima voltai mi sentii a casa in uno di quei raduni. Capito e condotto per mano ad allargare il mio orizzonte e e non arrendermi alla tristezza della condizione della fede europea.
Ho sempre sofferto in seminario del fatto che nessuno rispondesse alla domanda: chi è il prete? E tutt'ora non mi pare che ci siano arrivati. Non sono molto intelligente, lo so, ma credo che per aiutare un giovanotto che sente la chiamata si debbano proporre delle figure sacerdotali complete e credibili. Non basta annunciare ideali altissimi o suggerire basse pratiche da meccanici delle parrocchie. Mi ripeto: occorrono figure a tutto tondo di sacerdoti che mostrino lo splendore della verità nella loro carne; questa strana ed impressionante inabitazione del mistero di Cristo nelle nostre membra è una occasione propizia ed unica di unione a Dio. Abbiamo schiere di sacerdoti santi: il Curato d'Ars ma anche san Filippo Neri, don Bosco, don Gnocchi, san Carlo Borromeo, sant'Ambrogio, ecc. E' vero, ci sono i santi laici e le sante, nessuno lo nega ma io sono un prete, mi spiegate come farlo senza per forza ricorrere a sociologia, psicologia, ateologia, ecc.?
Negli ambienti delle diocesi aleggia poi lo spettro dei movimenti, ne parlerò un'altra volta ma una questione è collegata. "Loro hanno un carisma particolare" si dice. Va bene, ma io? Me lo spiegate il mio carisma? Non voglio teoremi o libroni di teologie pieni di parte storica, parte biblica ecc. voglio una vita, un esempio, un volto, una carne. Un anziano professore tedesco che da anni dava le dimissioni dal suo incarico fu eletto Papa. Aveva passato la vita a leggere e a studiare, gli avevano affibbiato il compito di dire no quando un no va detto e lui lo aveva fatto con obbedienza. Per questo si era beccato insulti da tutto il mondo. Beh lui, divenuto Papa mi ha aiutato molto più che altri pretesi simpatici o "vicini alla gente". Sono Ratzingeriano, lo sarò per sempre.

3 commenti:

  1. A parte che essere Ratzingeriano non significa non essere Francescano o Paolino "secondino"....ma comunque a me sembra che la questione sia più di spessore, come dire.....Vitale!
    Chi è il prete? Chi è l'insegnante? Chi è il medico? ecc....
    penso che per tutte la scelte di vita vissuta (non esclusivamente lavorativa)sia necessario conoscere e mettere in pratica le norme, ma anche e soprattutto chiedersi quotidianamente chi sono io?!
    Chi voglio essere, a chi voglio assomigliare?
    Il curato d'Ars è un bellissimo esempio, anche Thomas Merton, don Tonino Bello, don Mathias Schmidt(vescovo di Ruy Barbosa.....che io sappia ce ne sono tanti ma non credo alcuno di loro ti dirà mai chi è il prete! Se mai lo avessero fatto, penso che forse avrebbero tradito se stessi, e la virtù che più gli accomuna..l'umiltà!
    Adesso dammi tu qualche nome di medico da imitare!

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  2. Ma si questa è la reazione che hanno tutti però io non capisco. Non vedo orgoglio nel presentare un modello. e nemmeno mancanza di libertà. Lo so anche io che non sarò mai don Bosco o san Filippo Neri, non tanto per la santità (cui spero di arrivare) quanto perchè io sono io e loro sono loro, ciascuno con la sua originalità ineguagliabile. La loro vita però mi guida e mi arricchisce confermandomi nella fede. Se no la Chiesa cosa li fa a fare i santi?
    Per quel che riguarda i medici mi viene in mente san Riccardo Pampuri di Trivolzio (PV)molto caro a Giovanni Paolo II, si festeggia il 1 maggio (a scapito di san Giuseppe Lavoratore)

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