lunedì 25 marzo 2013

Scola ed il Capitolo 8

Il povero coadiutore ambrosiano che si è dovuto recare a Milano due volte in meno di 24 ore, si è sentito ripetere da Sua Eminenza che bisogna rileggere e prendere sul serio il capitolo otto della lettera pastorale. Ma cosa dice 'sto capitolo otto? Eccolo...

I pilastri della comunità credente


Ora, però, è decisivo identificare con chiarezza come vive la Chiesa locale in ogni sua espressione (parrocchia, comunità pastorale, comunità di vita consacrata, associazioni e movimenti ecclesiali). In questa ricerca, nel solco tracciato dal 47° Sinodo Diocesano, non possiamo prescindere dalla descrizione della comunità contenuta nel libro degli Atti degli Apostoli: «Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati» (At 2,42-47).


Emergono qui i quattro pilastri portanti di ogni comunità cristiana. Per descriverli seguiamo passo passo il testo degli Atti:

1) «Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli…» per educarsi al «pensiero di Cristo» (cfr. 1Cor 2,16). Scrive san Massimo il Confessore: «Anch’io, infatti, dico di avere il pensiero di Cristo, cioè il pensiero che pensa secondo Lui e pensa Lui attraverso tutte le cose». L’assimilazione del pensiero di Cristo è frutto del rapporto personale con Lui («Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù» Fil 2,5).
Per vivere con profitto l’Anno della fede siamo chiamati a seguire, personalmente e comunitariamente, la testimonianza normativa degli Apostoli consegnata alla Chiesa nella Tradizione e nella Sacra Scrittura, autenticamente interpretata dal Magistero (cfr. Dei Verbum 8-10). I documenti del Concilio Vaticano II e il Catechismo della Chiesa Cattolica ci saranno di grande aiuto.
Approfondire in questi termini il «pensiero di Cristo» (cfr. 1Cor 2,16) significa “allargare la ragione” incontrando ogni fratello uomo. Infatti, per il cristiano «il campo è il mondo» (Mt 13,38).

2) «… e nella comunione…»: il secondo fattore costitutivo della vita della comunità è la tensione a condividere con tutti i fratelli la propria esistenza perché abbiamo in comune Cristo stesso. La comunione che scaturisce dalla vita della Trinità è quindi l’a priori necessario dell’esistenza cristiana, sorgente inesauribile di una stima previa, sempre e verso tutti. La comunione in cui siamo inseriti è gratuita: lo Spirito per edificare la Chiesa «nella comunione e nel ministero la provvede e dirige con diversi doni gerarchici e carismatici, la abbellisce dei suoi frutti» (Lumen gentium 4).

3) «… nello spezzare il pane e nelle preghiere…»: la memoria eucaristica di Gesù è la sorgente inesauribile della vita della comunità (cfr. Sacrosanctum Concilium 7 e 10). La Persona di Gesù, la Sua vita, la Sua passione, morte e risurrezione non sono fatti confinati nel passato al quale si ritorna con il ricordo per trarne esempio e insegnamento. La Sua è una presenza reale. Il sacrificio eucaristico è la modalità sacramentale con cui Cristo ha voluto essere nostro contemporaneo. Rende possibile, per opera dello Spirito, vivere in Lui, per Lui, di Lui. Come ad Emmaus il Crocifisso Risorto spiega le Scritture e spezza il Pane per noi (cfr. Lc 24,13-35); ci fa una sola cosa con Lui e tra di noi (cfr. 1Cor 10,17).
Su queste basi Gesù ci chiede ciò che a noi sembra impossibile: «Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano» (Mt 5,44). Esiste una apertura verso tutta la famiglia umana più grande di questa? Come non mendicare il perdono per le contese, i conflitti e le divisioni che feriscono le nostre comunità?

4) «… il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati». Nell’azione missionaria della comunità di Gerusalemme è all’opera lo Spirito del Risorto attraverso la parola
degli Apostoli e i segni che essi compiono, il martirio che subiscono, la carità che i fratelli praticano. La missione della Chiesa, lo ripeto, non è l’accanimento del proselitismo, ma una testimonianza che lascia trasparire l’attrattiva di Gesù, è lo struggimento perché tutti siano salvati.



2 commenti:

  1. .. La missione della Chiesa, lo ripeto, non è l’accanimento del proselitismo, ma una testimonianza che lascia trasparire l’attrattiva di Gesù.....se fossimo capaci anche SOLO di questo, che grande dono avremmo. Il pensiero corre inevitabilmente a un'altra citazione
    Difficile trovare un Oratorio senza un’immagine, un quadro o una cornicetta dedicata a questo grande amico di Gesù e amico nostro! San Giovanni Bosco per noi è un ricordo caro, che continua a dirci che cosa significa fare Oratorio. Di lui c’è un particolare che mi ha colpito tantissimo: si dice che tutti i suoi ragazzi avessero la sensazione di essere
    i suoi preferiti. Hai capito cosa ho scritto? Ho detto “tutti”! Non uno, non dieci, ma “tutti”! Ecco, qui non si tratta solo di talento: questo è lo Spirito Santo! E’ un dono che voglio anche io. Per me e per tutti gli educatori! .....Allora forse non occorrerebbero tutte quelle lunghe, verbose, autocelebranti riuonioni tra noi adulti a capire come riempire l'oratorio di bambini

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  2. certo che bisogna rileggerla e prenderla sul serio, perchè siamo ben lontani da questo modello di comunità.

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