venerdì 13 dicembre 2013

il Centotrentesimo dei Cooperatori dell'Oratorio san Luigi

E’ solo in punta di piedi che si può entrare in questa storia.
Se faccio scorrere velocemente le immagini che compongono la semplice pubblicazione di oggi sento sulle spalle un po’ di peso e mi accorgo di muovere qualche stentato passo poggiando su un suolo solidissimo. Capita di leggere sulle insegne dei negozi la scritta “dal 1979” o simili.  L’Oratorio san Luigi di Lecco ha una storia da far invidia a chiunque. Storici accreditati ne fanno risalire la nascita al 1876! E si narra che la prima benedizione sia avvenuta nel 1883. Eccoci qui a festeggiare il centotrentesimo anniversario di questa gloriosa istituzione: i Cooperatori dell’Oratorio
Giocare, pregare, camminare, recitare, festeggiare, abitare, assistere e cooperare. Abbiamo scelto di raccogliere le immagini attraverso alcuni verbi perchè l’Oratorio è azione, è continuo movimento. Qui non ci si ferma mai! Una storia di ragazzi, famiglie, catechisti, preti, animatori, sportivi, giocatori di impareggiabile livello, persone solide come la roccia del Resegone ed abituate al vento forte che scende e sale dal lago, cresciute alla spiritualità dell’equilibrio, del buon rapporto con il Signore, i fratelli e la natura, capaci di grande sacrificio, di carità concreta, poco amanti delle discussioni e dei sofismi, orgogliosi della propria storia ma contrari ad ogni tipo di esaltazione, pronti sempre a dare una mano se ce n’è davvero bisogno.
L’intuizione geniale dei Cooperatori dell’Oratorio nasce qui dentro come forma di consacrazione a questa vita, come scelta di condivisione dichiarata, come professione di una appartenenza. Oggi, dopo averle smontate tutte, ci accorgiamo bene del dramma di un mondo senza appartenenze, di uomini-individui senza patria. L’Oratorio insegna uno stile che entra in profondità formando la persona. Modi e atteggiamenti che non si farà fatica a rivivere in altri luoghi, altre parrocchie o addirittura in altri paesi.

Ascolto sempre con infinita gioia i racconti degli anziani che iniziano con “mi quand seri all’uratori…” e osservo nei visi e nel tono della voce come le ore di preghiera, di catechesi, di gioco e di vita comune hanno segnato le esistenze rendendole colme di sanità, di equilibrio e di speranza persino nei momenti più difficili. Prego il Signore che anche i ragazzi di oggi un giorno possano dire così magari conducendo qui i loro figli con la stessa, mai dichiarata, certezza che l’Oratorio sia il posto giusto.

1 commento:

  1. grazie per queste riflessioni. Mi aiutano a non mollare l'impegno nel mio oratorio !!!! (mb)

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