martedì 23 settembre 2014

Note alla Nota

E' iniziato l'autunno e si inizia a sentire un po' di vento. A dire il vero fa più caldo in questi giorni di quanto non abbia fatto per parecchi giorni di Luglio o di Agosto. Non cadono ancora le foglie anzi la natura sembra in rigoglio per tutta l'acqua che il cielo ha rovesciato. E' ripresa la scuola e nelle parrocchie si riorganizza la vita.
Ad ogni riunione che inizio presento il tema dell'anno in obbedienza deuterovaticana al mio vescovo. La "Comunità educante" mi appassiona.
Forse una volta sarei partito con slancio crociato oggi ne colgo una incredibile corrispondenza con le necessità che vedo attorno a me. Che sia stata scritta per me??
Propongo ancora tre note alla Nota forse banali ma certo non inutili.

1. L'espressione "Comunità educante" è in sé un po' vuota cioè formale se non la si caratterizza in senso cristiano. Intendo dire: se prendessimo dei convinti assertori dell'anarchia che intendono plasmare la vita delle proprie famiglie e dei propri figli in odio ad ogni legge secondo l'unica utopia che sia degna di questo nome... se costoro facessero lo sforzo umano e morale di intendersi tra amici e si aiutassero l'un altro - magari anche fondando una scuola - a realizzare questo loro sogno di società senza leggi... probabilmente potremmo dire che costituirebbero anche loro una comunità educante... anarchica! Dunque l'espressione necessita di una connotazione di contenuto. Credo che sia questa la ragione che ha portato il Cardinale e non parlare di nuovi orientamenti ma di una nota alla precedente lettera "Il campo è il mondo".

2. Dopo la prima lettera alla Diocesi ("Alla scoperta del Dio vicino") nella quale il Cardinale ha offerto soprattutto una rilettura della storia della Diocesi dell'ultimo secolo, nel secondo testo Scola ha rilanciato il senso della missione della Chiesa. "Il campo è il mondo" cioè nessun campo nel mondo non è buono per il vangelo. Il cristiano è testimone in ogni ambito della vita della bellezza e della gioia di appartenere al popolo di Dio. La comunità educante è la concreta realizzazione del compito educativo della Chiesa che è e rimarrà sempre madre e maestra. Possiamo parlare della Chiesa stessa come comunità che educa a conoscere a ad amare il Signore Gesù Cristo.

3. Il contenuto dell'educazione non può che essere la persona stessa di Nostro Signore Gesù Cristo, unica vera fonte di gioia e di senso. Lo stesso Concilio Vaticano II, viene ripetuto poco, ha una profondissima impostazione cristocentrica, forse più cosciente di molti altri momenti della storia ecclesiale. Il nostro tesoro è Gesù Cristo che noi desideriamo che tutti conoscano nella sua reale e viva presenza oggi che è la Santa Chiesa. Poi riconosciamo germi di bene in ogni altra realtà religiosa o umana ma prima vogliamo parlare della incredibile gioia di avere conosciuto il Figlio di Dio. Prima di tutto siamo ammirati della sua carità, del suo misterioso fascino di maestro, della sua incredibile capacità di conoscenza del cuore dell'uomo e di guarigione, della sua sapienza infinita della genialità dell'istituzione di questa misteriosa realtà che è la Chiesa sacramento di Lui stesso.

Nessuna organizzazione, nessuno schema, nessuna iniziativa saranno mai decisive se non sgorgano dall'amore intelligente e vero per il volto stesso di Cristo presente qui ed ora. Quanto vorremmo che gli adolescenti scoprissero che quella domanda di senso che li abita trova una luce ineguagliabile nella Parola di Dio e che quella fame di vita e di domani che brucia nel cuore dei giovani trova il pane vero solo in Lui! Come vorrei introdurre i bambini a quel semplice e gioioso gesto di fiducia in Dio che è la preghiera al buon Padre che è nei cieli, vederli vivere nella stessa gioia dei cherubini come fratelli in questa casa che è la Chiesa... Abbiamo davvero bisogno di aiutarci ad approfondire l'amore per Gesù. A partire dai preti e dalle suore.

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