venerdì 12 settembre 2014

Cinque riflessioni sulla comunità educante

Il Cardinale Scola ha diffuso da qualche giorno la nota pastorale sulla "Comunità educante". Esprimo cinque motivi di gioia.

Il primo: non c'è una nuova lettera pastorale. Che gioia! Il progetto pastorale della Chiesa è uno ed uno solo per sempre: andate e annunciate il vangelo ad ogni creatura.
Lettere pastorali utili sono quelle del nuovo testamento e di alcuni autori successivi. L'affastellarsi di documenti è uno dei mali postmoderni della Chiesa italiana. Un prete che trova un amico prete al funerale di un amico passa il tempo a commentare il titolo della lettera esibendosi in battute che non fanno ridere invece che chiedergli: come stai? come va? sei ancora cristiano? Se facessimo morire il gossip ecclesiastico sarebbe già un gran guadagno.

Il secondo. Finalmente si torna a parlare di educare. le ultime riflessioni sull'educare risalgono a trent'anni fa'. Gli itinerari educativi del Cardinal Martini risalgono alla prima metà degli anni '80 e anche il rischio educativo di Giussani. Per me educare è evangelizzare non vedo altro modo. Certo l'annuncio è decisivo ma poi occorre che si curi bene il percorso dei semi del vangelo che devono crescere. Educare è compito imprescindibile e primario della Chiesa che desidera il bene per l'uomo. ogni volta che si attenua la capacità di educare si è spenta la passione evangelica.

Terzo motivo: abbiamo superato l' "alleanza educativa". Che lasciava intendere un mettere insieme i vari educatori supponendo che avessero la stessa intenzione. Supposizione ahimé ingenua. Ma esprime la necessità di essere comunità per educare cioè insieme di uomini e donne che condividono la vita e che cercano di aiutare innanzitutto sé stessi e tenere saldo l'obiettivo della vita.

Quarto motivo: il percorso obbliga i parrocchiali a riprendere insieme le ragioni della loro presenza. Credo che il male attuale del mondo parrocchiale sia questo non fermarsi a condividere le ragioni di quello che si fa. Cerchiamo di vivere quello che abbiamo con limiti e gioie ma cogliendo ogni occasione per approfondire la nostra vita e le sfide che il Signore pone sul cammino.

Quinto motivo di gioa: non si creano nuove strutture. siamo sovraccaricati di strutture inutili e vuote che  - per fortuna - la provvidenza sta spazzando via una ad una. Molte tardano a morire e ci lasciano impantanati. La Comunità educante non è una cosa da fare nè una nuova organizzazione. Meno male.

Certo questa occasione per molti andrà sprecata. Un caro sacerdote diceva una volta: siete preoccupati per il cambio del vescovo?? Io no. Per me disobbedire a questo o a quello è la stessa cosa.

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