"i" come inizio
Un prete mio amico mi ha mostrato il blog del suo oratorio. Nel giro di 30 secondi è nata in me una invidia fortissima. Che ho represso, come sempre, all'inizio. Alla sera, in momento assai bello e durissimo della mia vita mi sono gettato. Tanti fessi scrivono fesserie, perchè io no?Mi sono impegnato come un pazzo a scrivere tutte le sere qualcosa. Un vero delirio. Post inutili e incomprensibili, scopiazzature, errori clamorosi, il vizio di scrivere come se leggessi solo io ecc. Ho scoperto l'ansia di sapere: mi avranno letto? cosa ne penseranno? Vita da blogger.
Ho trovato molti sostenitori, e soprattutto molti attenti lettori. Ricevo poche critiche anche se so che alcuni post hanno ferito taluni. Me ne scuso.
- Ho sentito che tieni pure un blog...
- ma... veramente... Eminenza, sa... (la poltrona scotta e mi si intrecciano i diti come a Fantozzi) scrivo... qualche sciocchezza... non pensavo...
- Si, sai, io non sono molto pratico di questi aggeggi, preferisco leggere sulla carta ma qualche volta le mie collaboratrici mi hanno stampato alcuni dei tuoi articoli.
E ne tira fuori uno. Tremo. Per fortuna è uno di quelli copiati da altri.
- Comunque, bravo, vai avanti, bisogna che sappiate stare nel mondo.
Così ho saputo che il Cardinale controlla quello che scrivono i preti. Fa bene. Sono piuttosto orgoglioso che abbia letto qualcuna delle mie fesserie. Il mio vero sogno è quello di scrivere un romanzo. Come tutti sanno a scrivere si impara in due modi: leggendo e scrivendo. Scrivo di un po' di tutto senza arte e senza professione ma con la dichiarata speranza di trovare un giorno la capacità di raccontare una storia per intero. Inizio dalla mia perchè non ne ho altre. Eccomi alla seconda "i"
"i" come io
Io, io, io, io, eeeh. Non so perché ma questo continuo utilizzo del pronome alla prima persona mi irrita anzi ormai mi urtica. Ho sentito dire di un giovane prete che stava commentando la famosa pagina del giovane ricco.-Allora, ragazzi, avete capito?
Silenzio, smarrimento.
Dal gruppo si alza un timido "no".
- Vabbé, allora vi racconto una storia: c'era un giovane che aveva molti soldi, suo nonno aveva lo yacht, una industria e questo giovane rinuncia a tutto per il Signore... avete capito?
Silenzio.
- Ok ve lo dico allora: quel giovane sono io.
Io, io, io.
Un altro simpatico episodio è successo di recente. Passo a trovare un prete non più giovanissimo una sera per le solite questioni parrocchiali.
- come stai? Hai il raffreddore?
- Eh si un po' mi sono raffreddato l'altra sera e sono anche un po'...
- Hai visto come sono stato bravo? Mi sono anche accorto che hai il raffreddore!!
Ah! L'io! Che schiavitù ci consegna ogni giorno il postmoderno. D'altra parte da dove si può partire se non da quello che vedo e quello che sento. L'unico antidoto che ho trovato è rendermene cosciente. Siamo tutti molto centrati su noi stessi e il blog è spesso un parlare da soli nella speranza che qualcuno legga ma anche nella fatica di non riuscire a dire le cose in faccia.
Scrivere è atto creativo e insieme distruttivo. Nella triangolazione tra il mio vissuto, quello che scrivo e quello che anche gli altri sanno. Avrei voluto studiare qualche materia. Avrei voluto diventare un professore di qualcosa. Tornare a casa con una laurea... in casa mia sono tutti laureati! Cribbio. Mi sono anche proposto ai vari vescovi ma niente! Non mi resta che scavare e riscavare in quello che ho tra le mani: la mia esperienza, gli incontri i visi, qualche libro e lo splendore della vita della Chiesa. Un amico prete mi disse: i tuoi libri sono i visi dei tuoi parrocchiani. Mi sembrava una battuta consolatoria e invece è vero.
Ecco la terza "i" quella che sta nel titolo.
Grazie don.
RispondiEliminaBello, però il verde di sfondo precedebte mi dava piú sicurezza!
RispondiEliminaGrazie, e complimenti per il presepio vivente!
Elimina"I tuoi libri sono i visi dei tuoi parrocchiani"... uh quanto è vero! Grazie don perché da quando tieni questo blog, leggere i tuoi post mi diverte e mi ispira sempre, e soprattutto da quando sei distante, mi dà la fortuna di poter dire di tanto in tanto: "Andiamo a vedere che cosa dice il don..." :D
RispondiEliminaGrazie!!! Federica