domenica 3 aprile 2016

Mi metto sui social (?)

Sto per cedere ad una tentazione: mettermi sui social network.
Ho resistito fino ad oggi nella mia sdegnosa ed aristocratica convinzione di essere distinto e distante dagli altri. Niente Facebook, niente Twitter, solo qualche timida apparizione su Google+ (il social che hanno tutti e che nessuno usa). Posso ancora cambiare idea ma mi sto convincendo.
Voi direte: ecchissenefrega. Avete ragione. Scrivi questo post però con una domanda aperta: Conviene (ad un prete) essere sui social? Accetto consigli.
Sono certo di quello che mi direbbe il mio maestro Giacomo Biffi:
- No non farlo.
- Ma perché, Eminenza?
- Meglio sempre dire di no in prima battuta così sembri subito cattivo e se poi in seconda battuta dici di sì l'altro pensa: vedi è umano, si è smollato. Io poi non so nemmeno cosa sia e cosa servano Facebook e simili.
- Don Giacomo, è un modo di comunicare nuovo ma nemmeno tanto.
- Ah, beh fai quello che vuoi ma ricordati che il metodo è determinato dall'oggetto. 

Ed a questo punto io me ne sarei andato libero e sereno.

Oso persino immaginare l'opinione di Ambrogio:
- Non temere le forme diverse di comunicazione, io ne ho usate tante, tutte quelle che potevo. Ho predicato, ho fatto catechesi, ho tenuto discorsi, dialoghi e colloqui. Cerca il bene e ritorna sempre a Cristo in ogni modo da qualunque punto tu parta. Non preoccuparti troppo della originalità piuttosto cura la verità e ama molto coloro cui parli come la Parola ha amato noi.

Se mi appare di nuovo in sogno il santo e smentisce queste parole domani vi aggiorno.

Inos Biffi non lo interpreto perchè è l'unico ancora vivo e magari gli rivolgerò questa domanda direttamente. Non so se oso perchè ho un po' paura dei suoi giudizi.

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