martedì 6 settembre 2016

Di ritorno da Cracovia (4)

Rinasce il pudore

Una delle forme più volgari e tristi della violenza contemporanea è l'assenza di quel velo di grazia che si chiama pudore. La volgarità, i doppi sensi, e la pornografia distruggono la bellezza del corpo e dell'animo umano. Ogni significato della corporeità viene travolto in una violenza che passando per il degradamento ha per ultimo gradino la morte. Chi conosce Cristo ritrova il giusto profilo delle cose, è capace di guardare a sé con onestà e di guardare gli altri come segni e presenza della grazia. Non pensa più all'altro sesso come ad un oggetto di piacere ma riconosce la grandezza ed il mistero della persona che ama, “tu sei un segno per me”.

Si allarga la ragione

L'incontro con il Signore dona una comprensione più profonda della realtà. Chi è toccato dalla grazia prova la percezione di essere al proprio posto e che ogni cosa nel mondo abbia un proprio posto. Così nasce la contemplazione e nascono anche il desiderio di sapere e la curiosità. Le materie di studio ritrovano il loro senso originario e la ragione conosce la prudenza, inizia cioè a considerare che la realtà è fatta di molti fattori, è complessa ma ordinata. Il cristianesimo non è una dottrina esoterica per iniziati da custodire come un tesoro geloso. Il cristianesimo viene compreso meglio dai piccoli e dai semplici. Debbono stare molto attenti i sapienti e gli intelligenti nel non ritenersi superiori. La ragione allargata rifugge i giudizi troppo semplici e si fa attenta a quelle posizioni che tolgono speranza al pensiero, ama la contemplazione e la verità, non si accontenta della banalità.

Si ritorna sulla riga giusta

Se immaginassimo la nostra vita come una pagina scritta potremmo riconoscere come molte volte viviamo “sopra le righe” cioè non a contatto col nostro cuore, con gli altri, la realtà e Dio. Siamo una frase, magari bella, ma del tutto fuori dal contesto. E' un modo di fuggire dalla vita molto diffuso che si maschera spesso di entusiasmo e si copre di presunte avventure. Questi cristiani che vivono la loro fede da esaltati non hanno nulla a che fare con l'umiltà di Cristo, presentano sempre la loro esperienza senza saperne dare parola. O al contrario parlano talmente tanto da non lasciar spazio agli altri e non vogliono nemmeno un minuto di silenzio perché nessuno possa porre qualche obiezione alle loro narrazioni, perché nemmeno la coscienza possa far valere le sue ragioni, come quando Pinocchio schiacciò il grillo parlante contro il muro. Alla domanda: come è andata? Rispondono sempre: è stato stupendo e bellissimo. Poi però non sanno raccontare nulla e danno l'impressione di rispondere così per non volersi confrontare. Chi conosce Cristo impara a ricostruire il racconto della propria vita con il giusto equilibrio, riconosce la propria povertà, la potenza della grazia di Dio e trova il giusto valore delle proprie parole e azioni senza esaltazioni e senza depressioni. Si diventa capaci di vivere sulle righe giuste.

Nasce una amicizia nuova

Proprio il rapporto nuovo con Dio, la sua certa e benevola amicizia fa nascere il desiderio di una amicizia non più solo basata sulla simpatia naturale o sulle evenienze dell'essere nati nello stesso quartiere o dell'essere della stessa squadra. Un tipo di rapporto fondato sulla sincerità e sulla fiducia, sulla stima e sul rispetto per le fatiche e per le differenze. Nasce una condivisione di vita talmente profonda da farsi eterna perché toccata dalla grazia eterna di Dio.

Ci sarà qualcuno di noi che tenterà di vivere in questa sincerità? Chi ha conosciuto Gesù Cristo non crea gruppi chiusi, non ama i circoli ristretti ma sa guardare nella giusta proporzione la naturale simpatia tra le persone. Piuttosto il cristiano ama avere con sé dei poveri e lasciarsi educare dallo stare con loro.

Da sempre i cristiani hanno trovato forme e modi per la vita di comunità che sapesse sostenere ogni condizione di vita persino le più impensabili. (continua)

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