domenica 30 ottobre 2016

C'è un grande albero che mi fa da ombrello

C'è un grande albero che mi fa da ombrello
quando esco di casa e vado in chiesa
una propaggine dei boschi prealpini
nel cuore della città - ops - nel cuore di Lecco
I giovanotti attendono Halloween con Gigi d'Agostino
in questo lungo calore tardivo che ha il sapore della castagna
io studio l'Islam, la Bibbia ed il Santo (Agostino) :-)
Lui - l'albero - ha smesso di donare generoso
le foglie larghe e comode come navi sul lago
che san Franco scopa dai gradini della Canonica
Nell'angolo sotto la grande Basilica, la gesa granda
resta solo il purgatorio come abat jour nella notte
La città ha conquistato i colli e assedia le montagne
le sue case brutte o belle che siano paiono un gregge
od un esercito che dorme tra il lago e la roccia
Ma anche i monti non hanno smesso di germinare
in mezzo alle case come fili d'erba tra i gradini della chiesa
non hanno smesso di affermare il loro essere padrone
delle nostre vite in bilico tra cavalcavia e terremoti
Come un orologio o un calendario il mio albero
segna il tempo disegnando righe nere sullo sfondo
rosa o grigio delle case o azzurro del cielo di Lombardia
Ha ritirato tutte le energie, le ha concentrare nelle sue vene
una linfa forte più dello smog, della mia ansia e della nostra fretta
pronto a rilanciarle dopo il gelo dopo la neve
quando suonerà la salve regina e parleremo del terzo Isaia
e cammineremo dietro la croce litigando per chi la porta
Avrà già messo i germogli senza che io me ne accorga
per difendermi dalla pioggia e poi chissà forse ancora
dal sole

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