venerdì 9 dicembre 2016

L'orrore della fame

di Silvina Pérez

Tratto dall' Osservatore Romano

Cifre, cifre e ancora cifre. Per renderci conto della reale portata di un avvenimento abbiamo bisogno di misurarlo, quantificarlo, di conoscerne i numeri. Ma siamo talmente abituati a contare morti e rifugiati che questi stessi numeri hanno smesso di rappresentare il vero significato dei problemi. Ci siamo abituati a leggere che nel mondo, ogni cinque secondi, un bambino di meno di dieci anni muore di fame; che ogni giorno perdono la vita per ragioni collegate alla mancanza di cibo 25.000 persone e che la fame colplisce più di 800 milioni di esseri umani in tutto il pianeta. Ma le cifre sintetizzano, non raccontano l’orrore.
Paradossalmente lo rendono più tollerabile. Si sa le cifre non sono un’astrazione metafisica, sono fotografie di vita quotidiana. Soprattutto se sei un bambino che vive in un campo di accoglienza improvvisato nella centro di Maiduguri, in Nigeria. A luglio, Medici senza frontiere (Msf) ha avvisato che lo stato del Borno, il principale feudo nigeriano del temuto gruppo terrorista Boko Haram, è sull’orlo del «disastro sanitario», con 500.000 esuli nei dintorni della capitale Maiduguri che hanno urgente bisogno di acqua, cibo e cure mediche. Secondo Msf, il 15 per cento dei bambini del Borno soffre di una «gravissima denutrizione». Eppure, malgrado questi dati agghiaccianti siano ben noti, l’ultima settimana di novembre a Maiduguri sono morti di fame otto bambini. La guerra tra il gruppo terrorista Boko Haram e il governo ha portato all’agonia il nordest della Nigeria. Ad aprile, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha contato quasi tre milioni di esuli e rifugiati nella zona del lago Chad. Tra la popolazione messa in fuga da questo gruppo terrorista, che dal 2009 tenta di imporre in Nigeria la legge islamica o sharia, e le coltivazioni distrutte o abbandonate, la regione è ora in preda alla fame e alle malattie.

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