venerdì 19 gennaio 2018

Cantar d'amore: Anna e Marco di L. Dalla - 1979

A Lucio dalla mi sono accostato seriamente da poco. Forse ho fatto fatica a capire questa sorta di folletto geniale ironico e drammatico. Bolognese come molti altri ma capace di amare il meridione e l'America come pochi, un mix originale ed unico nel suo genere assolutamente italiano ed insieme internazionale. La canzone che segue ritorna su un tema che mi è molto caro: l'amore come salvezza.
Non capiremo mai abbastanza quanta grazia esista nascosta in un bar di periferia abitato da adolescenti sgraziati. Dopo parecchi "problemi" d'amore vorrei ritornare sulla sua forza nobilitante. Ma seguiamo il testo.

Anna come sono tante
Anna permalosa
Anna bello sguardo
Sguardo che ogni giorno perde qualcosa

Se chiude gli occhi lei lo sa
Stella di periferia
Anna con le amiche
Anna che vorrebbe andar via

La prima strofa presenta Anna (quanto mi è caro questo nome!). Giovane, bella, sognatrice ed abitata da quel desiderio di partire che si chiama adolescenza. Stella di periferia un po' distratta me la vedo in quei gruppetti di amiche che si scambiano segreti e sorrisi commentandosi e commentando. Come vorrei essere parte di quelle confidenze che non capisco mai!

Marco grosse scarpe e poca carne
Marco cuore in allarme
Con sua madre e una sorella
Poca vita, sempre quella
Se chiude gli occhi lui lo sa
Lupo di periferia
Marco col branco
Marco che vorrebbe andar via

La seconda strofa è del maschio stufo delle donne. Di quelle di casa. Marco è cresciuto da poco e non ha ancora addosso il grasso dei trenta (ancor più dei quaranta :-). Anche lui chiude gli occhi e ricerca l'invisibile nascondendosi nel branco dei nostri amati tamarri. Lo unisce subito ad Anna il desiderio di andare. Nel '79 non c'era ancora stato 3 metri sopra il cielo eppure anche qui di cielo si tratta...

E la luna è una palla ed il cielo è un biliardo
Quante stelle nei flipper sono più di un miliardo
Marco è dentro a un bar
Non sa cosa farà
Poi c'è qualcuno che trova una moto
Si può andare in città

Non lo sapevamo ma in un breve verso si rivela che i due partono da un paese. Ci sono molti ragazzi di centri piccoli che sognano la città come una possibilità di Vita. Tra loro e la città sta una strada da percorrere col cuore teso sotto il cielo freddo e stellato. La moto come liberazione, come possibilità di andare e la discoteca come non meta e non luogo ma come piazza per vedersi, per immergersi ed emergere all'altro.

Anna Bellosguardo non perde un ballo
Marco che a ballare sembra un cavallo
In un locale che è uno schifo
Poca gente che li guarda
C'è una checca che fa il tifo
Ma dimmi tu dove sarà
Dov'è la strada per le stelle
Mentre ballano si guardano e si scambiano la pelle

In realtà non è una gran discoteca, forse è una balèra o anche meno. Il genio di Lucio Dalla piazza, in una sola strofa almeno tre colpi di genio. Il primo - impressionante- è la Checca che fa il tifo, realismo duro e insieme critico (Dalla è notoriamente omosessuale) disegna lo squallore del locale attraverso il commento di qualche astante. Il secondo colpo di genio è che l'incontro dei due non è solo sentimento. Il contatto visivo non ancora fisico scatena l'incrocio dei desideri: Dov'è la strada per le stelle? se c'è qualcuno che se lo chiede con me possiamo attraversare questo deserto di squallore. Terzo colpo geniale è l'indimenticabile: Mentre ballano si guardano e si scambiano la pelle. Io e e possiamo essere una cosa sola perchè i nostri comuni desideri di partire si sono incrociati fisicamente nel ballo. Siamo una cosa sola ora. Notate che l'amore che parte dagli occhi è un tema dei più classici della letteratura d'amore dal Cantico dei cantici in avanti.
La prossima strofa è letterariamente entusiasmante:

E cominciano a volare
Con tre salti sono fuori dal locale
assonanza
Con un aria da commedia americana
Sta finendo anche questa settimana
metrica e rima perfette
Ma l'America è lontana 
ripresa della rima precedente, continuità e novità
Dall'altra parte della luna
Che li guarda e anche se ride
A vederla mette quasi paura

Ah la notte, la notte! Il ballo si fa volo e poco importa il resto. La luna nel cielo col suo volto tondo e pallido, già introdotta prima ora si fa protagonista. L'America è il sogno dell'impossibile che si può realizzare. C'è anche un po' di paura all'inizio di un'avventura.

E la luna in silenzio ora si avvicina
Con un mucchio di stelle cade per strada
Luna che cammina
Luna di città
Poi passa un cane che sente qualcosa
Li guarda, abbaia e se ne va

La luna ed il cane. Lei benedice dall'alto lui abbaia e morderebbe come la realtà e la sua resistenza. Caro cane puoi pure abbaiare ma questi due sono partiti e i tuoi latrati cadranno inutili nella notte.

Anna avrebbe voluto morire
Marco voleva andarsene lontano
Qualcuno li ha visti tornare
Tenendosi per mano

Il finale è talmente limpido che la strofa si abbrevia e lascia nel finale un leggerissimo sospeso a sottolineare le due mani che si sono toccate finalmente (castissime). Ora il nulla e la morte sono sconfitti. Anna e Marco si sono presi per mano. Inevitabilmente qualcuno li ha visti perchè l'amore non è mai invisibile. Il segno che la speranza è ritornata sta nel fatto che ora possono tornare a casa. Ora sì, possono rientrare rinnovati nella vecchia vita che non sarà più la stessa. La realtà ora è rinnovata, ecco il miracolo dell'amore che ha vinto. Dalla ha scritto una infinità di canzoni meravigliose che io ho frequentato troppo poco fin'ora. Ve le suggerisco, se può servire, perchè c'è parecchio da imparare. Grazie Lucio e riposa in pace ora che vedi, splendente come il sole,  quell'Amore come è davvero; grazie perché hai aiutato noi a leggere alla luce della luna.

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