mercoledì 4 settembre 2019

Cosa vedi?

In uno di quegli splendidi momenti in cui il sole cala e tutto si fa più caldo comprese le montagne - quello che noi vecchi ecclesiastici chiamavamo vespero - quando anche l'attivismo sfrenato di noi preti dell'oratorio cede il passo alla pace di chi sa che il più è fatto - per il momento - ho osato chiedere: cosa vedi?
Ci trovavamo nella valle dei Walser - o meglio nella valle in cui i Walser si insediarono molti secoli fa' ormai ma che è sempre stata italiana a tutti gli effetti - ed avevamo in faccia il massiccio del Rosa - rosa non solo per il nome - osai chiedere al mio giovane amico: cosa vedi? Si sentiva nell'aria il profumo inconfondibile delle radici del pino mugo ed in lontananza il battito delle pale dell'elisoccorso alzatosi da chissà dove e volta a recuperare qualche alpinista sventurato - speravamo non si fosse fatto niente di male - e chiesi: cosa vedi? Lui si guardava intorno alla ricerca della sorgente di quel frastuono fastidioso eppure ormai abituale. Incrociava nel suo radar  solo cime degli alberi e qualche volo di corvo e così attese secondi preziosi prima di pronunciarsi. Il timbro della sua voce non mi stupiva più, mi era diventata familiare come la durezza degli scarponi ed il sudore nella maglietta verso la fine della gita. "Non si vede ma deve essere vicino, il rumore è aumentato". Eppure il monte era lì nella maestà del suo fascino intatto, da generazioni. Stava lì, fondale perfetto e poco indagato. Misteriosamente perfetto e poco indagato, stava.

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