giovedì 25 agosto 2016

Di ritorno da Cracovia (3)

E' la scoperta della misericordia

L'avvento della grazia genera stupore e calore come l'incontro più umano che potessimo fare. All'improvviso quel Dio che sapevo creatore ma ritenevo lontano si fa salvatore, cioè vicino. Sperimento la vicinanza di un amico che mi conosce e mi guarda con un amore tenerissimo e vero. Sperimento la possibilità di aprirmi con lui del tutto senza vergogna,
ricerco la sua venuta senza più paura. Imparo ad essere sincero con me stesso perché ho potuto essere sincero con Uno che non mi ha giudicato per le mie bassezze ma mi ha salvato proprio mentre meritavo di essere condannato. Il cuore di Dio è misericordia. Per me. Due capolavori della letteratura hanno trattato questo tema in maniera impareggiabile: i Miserabili di V. Hugo e Delitto e Castigo di F. M. Dostoevskij.

Una profondità nuova

Se sono stato toccato dalla misericordia ho anche il coraggio di guardare fino in fondo a me stesso. Il peccato spacca la vita come un terremoto, inaridisce e apre ferite profonde come canyon, lascia sull'epidermide la paura di chiunque si avvicini. Cristo è il creatore del cuore dell'uomo e l'incontro con lui guarisce e fa scoprire una profondità del nostro cuore che non avevamo mai immaginato. Scopriamo di essere un terreno fertile. Quelle ferite che il peccato ha provocato si fanno fessure nella terra perché penetri il seme della Parola di Dio e germogli più in profondità. Scopriamo tutta la tristezza e la tragedia dei nostri peccati e ne proviamo sinceramente dolore come per qualcosa che tragicamente abbiamo scelto, che fa parte di noi ma che non ci determina più. Il sacramento della confessione non fa più paura ma viene ricercato come la grazia più commovente, l'occasione per ripartire sempre dall'amore. Chi si è commosso fino alle lacrime per chiedere perdono dei propri peccati ha davvero fatto il giubileo.

Sentirsi piccoli

Chi incontra Gesù incontra il maestro della vita e pertanto si riconosce alunno, discepolo. La caratteristica del cristiano sta nel riconoscersi piccoli e secondari, non per scarsa stima di sé ma per il riconoscimento della grandezza del maestro. La nostra partecipazione all'opera del Signore è importante ma sempre seconda. Quando si è peccato è come se si fosse caduti in terra. Venire perdonati significa rialzarsi. Chi è stato in terra conserva per sempre il ricordo del suo sapore. Umili significa proprio fatti di terra. Ricordare che siamo tutti “terrestri” aiuta a non assumere quelle forme di vita assurde e fastidiose che spesso vediamo tra noi: considerare solo il nostro giudizio, ritenersi indispensabili, non ascoltare gli altri, essere rigidi nei giudizi, pretenziosi riguardo alle nomine, invidiosi degli affetti e delle posizioni degli altri, fare interventi nelle riunioni per ferire gli altri, far pesare il nostro servizio, avere giudizi senza misericordia, ecc. L'umiltà è accogliente, forte e rispettosa, sceglie sempre il bene comune ama la verità e sa sacrificarsi per l'altro. Del sentirsi piccoli fanno parte due passaggi decisivi della vista spirituale: trovare un Padre spirituale e confessarsi di frequente. Un vero cammino personale necessita una guida sicura con un percorso sincero. Trascurare questa dimensione per pigrizia o per vergogna lascia impalati nel mezzo della via. La confessione frequente è l'incontro con la fonte della nostra salvezza, ogni falsità con noi stessi o con Dio conservata a lungo distrugge la gioia della grazia.
(continua)

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