lunedì 1 luglio 2013

La benedizione del lago

La sera, qui a Lecco, è deliziosa. Non fa né caldo né freddo, il lago è tranquillo e pian piano le ombre calano sui monti circostanti. Il Barro ed il Moregallo diventano masse scure come se fossero il fondo del lago rovesciato. L'acqua viene smossa dalle barche e dai cigni, cosa ci sarà sotto? C'è davvero bisogno della benedizione, come tutte le cose che attirano il lago mi fa anche paura e se ci finissi dentro?
I fuochi s'innalzano come meduse nell'aria nera e illuminano la conca. I botti dei cannoni rimbalzano dal Resegone al san Martino e si inseguono per qualche colpo di eco. Le girandole colorate sono come raddoppiate dal riflesso del lago. Non si può non fare "oh" e chi saremmo sennò?
Gente di ogni tipo sul lungo lago, seduta, in piedi, in bici o passeggiando. Gelati, magliette, coppiette e bambini. Un cantante di strada un po' stonato suona. Litri di latte si fanno gelato, frappé e simili, chili di ghiaccio con zucchero e frutta. E' sera è festa, il lago è benedetto non ci fa più paura. Per ora.

3 commenti:

  1. Il lago racconta di noi, fa parte di noi. Quando Lecco era la città del ferro le sue rive erano colorate di ruggine. Noi bambini andavamo in bicicletta in piazza Cermenati quando il lago straripava nei cambi stagione, e tornavamo a casa fradici e contenti. Più grandini andavamo nei paesi più su di Lecco, li il lago era pulito, e facevamo il bagno. Nuotavamo tutti, tranne il giorno si sant'Anna. Non si andava al mare, non perché non c'erano i soldi, ma perché noi avevamo il lago! Il lago ti accoglie e ti saluta con gratitudine Don Filippo.

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    1. Il lago ti sta entrando nel cuore. Capisco. A "Prato" tuttalpiù potevi vedere l'esondazione del Seveso! Non dimenticarci!

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  2. La descrizione è poetica e,come sempre, pervasa da un senso religioso che denota la tua profonda spiritualità. Grazie!

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