mercoledì 28 agosto 2013

Memorie di Prato - 1

Memorie di un prete di Prato

Storia

Pratocentenaro

"Pratocentenaro" (o “Prato Centenaro” che dir si voglia) ha origini antiche ma fino al Novecento era un paese costituito di cascine e contava poche decine di abitanti. Nel primo dopo guerra, la crescita vertiginosa della città e la rapida industrializzazione hanno portato tutti i comuni e le frazioni dell’area nord ad essere inglobati in Milano. E’ successo a Niguarda, Greco, Turro, Affori, ecc.: piccoli borghi rurali sono diventati popolose periferie. La popolazione contadina, tradizionalmente vicina alla parrocchia, si è trovata ad accogliere una grossa massa di nuovi abitanti che andavano ad occupare le nuove costruzioni frutto del lavoro alacre delle cooperative di matrice comunista e cattolica. La popolazione della parrocchia è così cresciuta fino a toccare i 20.000 residenti negli anni ‘80.

La parrocchia san Dionigi nei Ss. Clemente e Guido

I parroci hanno così pensato ad adeguare le strutture edificando la chiesa, la scuola parrocchiale, la canonica ed il Centro Giovanile. Molti degli edifici si debbono all’opera sapiente di don Angelo Cerutti su mandato del beato card. Schuster. Nel 1940 veniva edificata l’attuale chiesa grazia all’aiuto generoso dei coniugi Clementina e Guido Sacchi. La nuova chiesa prese i loro nomi e si fece conoscere, nella vulgata popolare, come chiesa di san Clemente.
Fu Mons. Palumbo a farne recuperare il titolo originale e a insistere sul ricordo di Pratocentenaro. L’opera di Monsignore, che visse la stagione postconciliare con grande sapienza pastorale, fu di avviare una vera educazione del popolo da cui sono stati nutriti tantissimi degli anziani di oggi e in maniera indiretta anche gli attuali genitori dei ragazzi che frequentano l’oratorio. Le indicazioni del card. Colombo e poi del Card. Martini sono tutte ben vive e presenti nella memoria e nella coscienza dei collaboratori più attenti.
In contemporanea un segno profondo è stato lasciato dalla presenza delle suore salesiane Figlie di Maria Ausiliatrice che hanno gestito la scuola parrocchiale fino al 2007. Donne dedite al Signore e all’educazione dei piccoli secondo i criteri insegnati da don Bosco: ragione, religione e amorevolezza. La loro dipartita al termine del 2007 è una ferita ancora non del tutto rimarginata che ha messo in difficoltà molte persone prima che l’oratorio e la scuola parrocchiale. Schiere di ragazze oggi mamme o nonne sono cresciute nell’amore a Cristo e a Maria Ausiliatrice nello stile dell’oratorio di don Bosco.

Continua - 1

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