domenica 14 giugno 2015

Resegup - 2

"Quanto pensi di metterci?"
ci sfidiamo ma con una certa carità.
"credo quattro e mezza ma non so è la prima volta"

Io partecipo in sostanza alle gare che partono sotto casa mia. Primo perché così non devo muovere la macchina e non devo fare la doccia in mezzo agli altri. Poi perché sono quelle della città e io sono un cittadino. 

Esco di casa baldanzoso dopo la pennica  e una sessione tranquilla di stretching. Mi sono rasato e incerottato nella speranza di salvare le dita dei piedi. Trovo sul sagrato i sacrestani che mi deridono e tre amici "colpevoli" di avermi coinvolto. Tutti sappiamo che i più forti sono Gus e Giacomo. Ce la ridiamo di gusto, ognuno sa già più o meno quanto ci metterà. Onestamente io non sento gran competizione il mio scopo è solo arrivare.

Alla partenza siamo tantissimi e mi sento davvero felice. Non vorrei essere in nessun altro posto al mondo, so che devo provarci.
Ho bevuto tanta acqua e ne ho scaricata un po'. Saluto Laura e Stefano, saluto del sindaco e si parte. I primi due km sono il percorso cittadino che conosco bene. Parto col mio ritmo e supero un po' di gente tra cui Dige.

- Ti ricordi quella sera che abbiamo fatto il giro del lago insieme?
- Se (sì)
- è lì che abbiamo capito che potevamo provarci.
- vero

Dige ha 11 anni e 15 kg meno di me. Quest'anno ha deciso che aveva voglia di cambiare. Lui, forte a pallone, si è messo a camminare e a correre. Mi bagnerà il naso di almeno 20 minuti. Son felice per lui.

Fa un caldo allucinante, si suda tantissimo. Scaliamo la Madonnina di Lourdes. Ave Maria. Siamo un torpedone colorato che corre tra due ali di folla. Non avevo mai sentito così calore in una corsa. Dalla scalinata le lucertole sono scappate da un pezzo, i gradini sono asciutti tranne che per le gocce di sudore Qualche bimbo ci passa dell'acqua, un signore ci innaffia con la canna, a Malnago c'è il primo ristoro. Scelgo di non mangiare e non bere se non qualcosa della mia riserva. Dopo la Madonnina attacco il primo rosario: i misteri della luce. Cerco così di rimanere concentrato. Raggiungo Giacomo sotto la funivia e corriamo insieme con Gus. non ci credo, sto tenendo il loro passo. In circa un'ora siamo alla Stoppani. Accetto di bere qualche minerale mi fermo qualche secondo e si riparte. Un paio di ragazzi dell'Oratorio sono appena sopra la Stoppani, non mi guardo troppo in giro ma mi beccano che attacco il secondo mistero: i misteri della luce, i più difficile da ricordare.

- ma che fai preghi?
- sì Gus
e mi salta via come un birillo.

Dopo la Stoppani c'è un breve tratto in piano che arriva alla deviazione per i piani d'Erna. Poi si attacca la salita nel bosco che non molla più fino a pian Serada. Sono comunque in un buon tempo credo perché Giacomo e Gus sono poco avanti.
A pian Serada il primo crollo, gli astanti mi rincuorano e sospingono. Cammino e affronto l'ultima salita cercando di bere il più possibile tutto quanto mi viene offerto. Siamo in alto e la temperatura è scesa assai, fa freddo. Incontro Leo che si mette a ridere a Andrea che mi fotografa. Appena girata la cresta in alto si vede il rifugio Azzoni e si inizia a sentire una caciara da stadio. Molti ragazzi sono in cima e incitano i loro amici. è un momento mitico, mi sento incitato anch'io. 

Cammino verso la cima scalando con ogni forza rimanente: piedi, mani, schiena, ginocchia, un fiato corto che più corto non si può. Sono in cima in poco meno di due ore e mezza! Ho i piedi fradici e non so bene perchè, sono sudato fino al midollo, ho un mal di schiena allucinante e una gioia profonda mi pervade. Saluto Amedeo, indosso subito il guscio antivento che Alby mi ha saggiamente suggerito di portare e stringo gli scarponi, cerco di mangiare tutto il possibile e mi dirigo verso la discesa.

IL TERRORE

Forse non tutti sanno che nelle gare in montagna la discesa è molto molto più importante della salita. Tra l'altro ho già provato il sentiero in salita una volta circa tre settimane fa' ma non ho mai provato la discesa dal lato che ci tocca percorrere. Questo sarà l'errore fatale. Mi prende un gran paura. Certo sono stanco ma non è solo quello. Scendo così piano che vengo continuamente sorpassato. Non riesco a buttarmi giù a rotta di collo sui sassi, ho troppa paura di farmi male. Qui perdo ogni tipo di velleità di risultato ed inizio a recitare i misteri del dolore. 

Non appena il sentiero me lo consente riprendo a correre. Prima del passo del Giuff c'è ancora della salita. Iniziano i crampi. mi basta qualche secondo di stretching per riprendere. Un ragazzo con la maglietta rossa mi aiuta. Giriamo verso i piani d'Erna e mi supera anche Alby, l'ultimo della nostra microcomitiva. Mi incita a proseguire ma sto seriamente pensando di fingere un malore e di scendere con la funivia.

Ecco. la corsa è una lotta tra il tuo io psichico, i segnali che ti manda il corpo e il contesto in cui sei. 
Eh no! Sono giunto fin qui, la voglio finire, arrivassi pure alle nove di sera.

Per arrivare al ristoro dei piani d'Erna c'è ancora una piccola salita e mi prendono di nuovo i crampi. Un samaritano della croce rossa mi accompagna e mi da da bere dei sali. Prima della discesa lungo la costa il sentiero è pessimo, ho le gambe pesantissime e continuano a passarmi tutti anche i gitanti non in gara. Sul sentiero sono evidenti anche delle tracce di sangue. Per fortuna arriviamo alla Stoppani a questo punto la conosco bene, so che mancano circa 45 minuto e sono le sette e un quarto. In giro siamo in pochi e i volontari iniziano a tirare su i banchetti del ristoro. No non mollo più, scendo e riprendo a correre con orgoglio.
A Versasio il terreno è bagnato, deve avere piovuto. Malnago, Falghera, Acquate. saluto la Madonnina e... ma mi mancano ancora i misteri dell Gloria! Attacco subito. 

Prima della chiesa di Acquate il percorso ritorna sull'asfalto. Ave maria. Passo vicino alla scuola delle suore. Quante volte ho fatto questa strada! La città ora è umida, calda ed in silenzio. Inizio a piangere di gioia. Ho raggiunto il ragazzo con la maglietta rossa che non ce la fa più.

- Vieni, dai, che concludiamo insieme
- Ok. E si rimette a correre. 

Castello, Corso Matteotti, il Broletto, la Costa Badoni e giù di fianco al Grassi. Sono commosso fino al midollo. I misteri della Gloria si concludono con la Salve Regina. Chi pensava mai nella vita di riuscire a fare una cosa del genere. Corro stortissimo lungo via san Nicolò e sento: arriva, arriva! Tutti i miei amici sono già arrivati da un pezzo ma un gruppo dell'Oratorio mi aspetta a lato della Basilica. Grazie amici, non sapete che bene mi state facendo!

Chiudo al traguardo in 4 ore e 45 minuti. Saluto tutti gli amici all'arrivo e mi guardo intorno nuovo e rilanciato: - Pronto, mamma, ce l'ho fatta!

4 commenti:

  1. ...fatica, preghiera, felicità....grande esempio per tutti noi...sei proprio un Grande, Don !!!

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  2. il diavolo ha detto, seppure a fatica, che sei bravo. E soprattutto si sente che sei un animale .... nel senso che hai una bella anima!!!
    Peccato che sei sprecato.

    (senza alcuna responsabilità:Anna)

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