lunedì 17 agosto 2015

Tutto dipende dalla fine

La vocazione più sublime non ha alcuna utilità per il codardo e la meno nobile non è un ostacolo per il coraggioso. [...]
Che cosa è servito a Giuda aver abbracciato volontariamente la dignità sublime dell'apostolato - alla quale è stato chiamato con una vocazione uguale a quella di Pietro e degli altri apostoli - dal momento che, conferendo ad inizi così illustri una fine miserabile, si abbandona alla passione del denaro e giunge fino a tradire il suo Maestro con il più crudele dei parricidi? Considerate d'altra parte il beato Paolo. Colpito da improvvisa cecità, viene attratto come suo malgrado nella via della salvezza. Dove è lo svantaggio, dal momento che da allora segue il Signore con tale fervore e. rispondendo alla prima costrizione con il dono libero e pieno di sé, corona con una fine incomparabile una vita illustrata da così grandi virtù? Quindi tutto dipende dalla fine.

Giovanni Cassiano, Conferenze III, V:SC 42,144

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