giovedì 25 agosto 2016

Di ritorno da Cracovia (3)

E' la scoperta della misericordia

L'avvento della grazia genera stupore e calore come l'incontro più umano che potessimo fare. All'improvviso quel Dio che sapevo creatore ma ritenevo lontano si fa salvatore, cioè vicino. Sperimento la vicinanza di un amico che mi conosce e mi guarda con un amore tenerissimo e vero. Sperimento la possibilità di aprirmi con lui del tutto senza vergogna,

mercoledì 24 agosto 2016

Di ritorno da Cracovia (2)

Nei suoi discorsi, Papa Francesco ha affrontato molti temi che meritano di essere approfonditi. E' chiaro anche che il segreto della Gmg è la presenza viva e reale del Signore Gesù Cristo. C'è quindi una continuità fortissima con tutte le esperienze che abbiamo fatto in questi anni nei vari Oratori.

martedì 23 agosto 2016

Di ritorno da Cracovia (1)

Chi prende parte per la prima volta ad una GMG rimane subito colpito dall'enorme numero di persone presenti. Un popolo sterminato ricco di colori, suoni e stili diversissimi, gruppi provenienti da tutto il globo terracqueo eppure tutti uniti in una gioia collettiva che

sabato 20 agosto 2016

Krakow 2016: Messa col Papa

Cari giovani, siete venuti a Cracovia per incontrare Gesù. E il Vangelo oggi ci parla proprio dell’incontro tra Gesù e un uomo, Zaccheo, a Gerico (cfr Lc 19,1-10). Lì Gesù non si limita a predicare, o a salutare qualcuno, ma vuole – dice l’Evangelista – attraversare la città (cfr v. 1). Gesù desidera, in altre parole, avvicinarsi alla vita di ciascuno, percorrere il nostro cammino fino in fondo, perché la sua vita e la nostra vita si incontrino davvero.

sabato 13 agosto 2016

Krakow 2016: Sabato sera

Cari giovani, buona sera!

E’ bello essere qui con voi in questa Veglia di preghiera. Alla fine della sua coraggiosa e commovente testimonianza, Rand ci ha chiesto qualcosa. Ci ha detto: “Vi chiedo sinceramente di pregare per il mio amato Paese”. Una storia segnata dalla guerra, dal dolore, dalla perdita, che termina con una richiesta: quella della preghiera. Che cosa c’è di meglio che iniziare la nostra veglia pregando?

domenica 7 agosto 2016

Krakow 2016: Via crucis con Francesco

«Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare,
ho avuto sete e mi avete dato da bere,
ero straniero e mi avete accolto,
nudo e mi avete vestito,
malato e mi avete visitato,
ero in carcere e siete venuti a trovarmi» (Mt 25,35-36).

Queste parole di Gesù vengono incontro all’interrogativo che più volte risuona nella nostra mente e nel nostro cuore: “Dov’è Dio?”. Dov’è Dio, se nel mondo c’è il male, se ci sono uomini affamati, assetati, senzatetto, profughi, rifugiati? Dov’è Dio, quando persone innocenti muoiono a causa della violenza, del terrorismo, delle guerre? Dov’è Dio, quando malattie spietate rompono legami di vita e di affetto? O quando i bambini vengono sfruttati, umiliati, e anch’essi soffrono a causa di gravi patologie? Dov’è Dio, di fronte all’inquietudine dei dubbiosi e degli afflitti nell’anima? Esistono domande per le quali non ci sono risposte umane. Possiamo solo guardare a Gesù, e

sabato 6 agosto 2016

Krakow 2016: Francesco accoglie i giovani

Cari giovani, buon pomeriggio!

Finalmente ci incontriamo! Grazie per questa calorosa accoglienza! Ringrazio il Cardinale Dziwisz, i Vescovi, i sacerdoti, i religiosi, i seminaristi e laici e tutti coloro che vi accompagnano. Grazie a loro che hanno reso possibile la nostra presenza qui oggi, che si sono “messi in gioco” perché potessimo celebrare la fede. Oggi noi, tutti insieme, stiamo celebrando la fede!

In questa sua terra natale, vorrei ringraziare specialmente san Giovanni Paolo II [grande applauso]- forte! forte! - che ha sognato e ha dato impulso a questi incontri. Dal cielo egli ci accompagna nel vedere tanti giovani appartenenti a popoli, culture, lingue così diverse con un solo motivo: celebrare Gesù che è vivo in mezzo a noi. Avete capito? Celebrare Gesù che è vivo in mezzo a noi!

venerdì 5 agosto 2016

Krakow 2016: Francesco ai giovani Italiani

D. – Buonasera, Santità. Innanzitutto grazie, perché ha trovato il tempo – pur essendo appena arrivato a Cracovia – per collegarsi con noi. Non ha voluto rinunciare a essere qui con noi, questa sera. Grazie, Santo Padre. Ci sono dei ragazzi qui che, a nome dei 90 mila italiani presenti a Cracovia, vorrebbero rivolgerLe alcune domande, e sono qua, i giovani. Prego.
Ragazza:
Dopo l’incidente ferroviario del 12 luglio noi abbiamo paura a prendere il treno. Io, ogni giorno, prendo il treno per andare all’università, e quel giorno non ero sul treno per un puro caso. Ogni giorno mi siedo nelle prime carrozze, e lì incontravo e salutavo Luciano, uno dei macchinisti che purtroppo ha perso la vita nell’incidente. Noi, in quei treni, ci sentiamo a casa, ma adesso abbiamo paura. Voglio chiedere: come possiamo tornare alla normalità? Come possiamo abbattere questa paura e continuare, riprendere a essere felici anche su quei treni che sono i nostri treni, la nostra seconda casa?
Papa Francesco:
Quello che è successo a te è una ferita; alcuni, nell’incidente, sono stati feriti nel corpo, e tu sei stata ferita nel tuo animo, nel tuo cuore, e la ferita si chiama paura. E quando tu senti questo, senti la ferita di uno shock.

mercoledì 3 agosto 2016

E. Nicolò: E il mare non c'era più

Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.(Apocalisse 21, 1-2)

Il mare si infrangeva spumeggiando contro l’alta scogliera. Le bianche creste delle onde contrastavano col terriccio marrone scuro della scarpata, sopra gli scogli. Dalla cima del dirupo, in quell’assolato pomeriggio estivo, quei colori sembravano mescolarsi mirabilmente con il blu del mare, l’azzurro del cielo e le altre tinte della natura all’intorno: il verde dell’erba e dei radi cespugli e quello dei pini che svettavano sull’orlo del ripido pendio. Gli unici suoni erano quelli delle onde, giù in basso, e il canto di qualche cicala sugli alberi. Il sentiero che ridisegnava i contorni dell’orlo del dirupo, qualche metro all’interno, era deserto e, per quanto Pietro e il nonno si guardassero ogni tanto intorno, nessuno era in vista per tutta la scogliera. Pietro si teneva saldamente ancorato alla grande mano del nonno e,