martedì 10 marzo 2015

Ambrogio: Se uno tocca la vita... vive!

Affrettiamoci dunque verso la vita.
Se uno tocca la vita vive.
Infatti la toccò quella donna che toccò la sua frangia
e fu liberata dalla morte, sentendosi dire:
La tua fede ti ha salvata. Va' in pace.
Se, infatti, colui che tocca un morto
è immondo senza dubbio
colui che tocca un vivo è salvo.
Cerchiamo, dunque, colui che vive.

Ma, ancora una volta,
vediamo di non cercare tra i morti questo vivo
per non sentirci dire quello che fu detto alle donne:
perché cerate tra i morti colui che è vivo? Egli non è qui ma è risorto. 
Anche il Signore stesso mostra dove vuole che lo si cerchi,
e dice: Va' dai miei fratelli, e dì loro: 
salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro.
Lo cercheremo, dunque, là dove
lo ha cercato Giovanni, e lo ha trovato.
Egli lo cercò nel principio,
e lo trovò che viveva presso colui che viveva,
il Figlio presso il Padre.
Noi dobbiamo cercarlo alla fine dei tempi
e abbracciare i suoi piedi e adorarlo,
perché dica anche a noi: non temete,
vale a dire:
non temete i peccati del secolo,
non temete le iniquità del mondo,
non temete i flutti delle passioni del corpo: io sono la luce.
Non temete la morte: io sono la vita.
Chiunque viene a me non vedrà la morte in eterno,
poiché Egli è la pienezza della divinità,
e a Lui è l'onore, la gloria,
l'eternità fin dai secoli ed ora
e sempre e per tutti i secoli dei secoli.

Sant'Ambrogo di Milano, il bene della morte, 12,57.

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