nella speranza di un guadagno,
quando già hanno spinto la nave al largo
e colui che sta seduto alla barra ha rivolto al mare aperto,
servendosi del timone, la prora della nave,
servendosi del timone, la prora della nave,
intonano una preghiera come proemio della loro navigazione
Tutta la loro preghiera
si riassume nel domandare
che un vento mite e favorevole gonfi le vele,
secondo l'intento del timoniere,
investendole da poppa.
Se il vento soffia secondo i loro desideri,
piacevole diventa il mare,
piacevole diventa il mare,
che splendidamente si increspa con le sue placide onde,
mentre la nave vola con tutta facilità
sulla serena distesa delle acque e quasi scivola sui flutti.
Gregorio di Nissa, Omelie sul Cantico
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