venerdì 21 settembre 2012

La notte di Arisa


Da vero snob quale sono san Remo lo guardo sempre dall’alto in basso. Poi ti esce una canzoncina che conquista l’Italia come Garibaldi e allora ti devi arrendere. Sincerità, fatalità, amenità tutte che non ci aspettavamo da parte di un vero genio: Arisa. Quindi una seconda ed eccoci alla terza: la notte. Oltreché snob sono pure maschilista per cui ascolto quasi solo cantanti uomini; in quanto prete non dovrei ascoltare canzoni d’amore ma questa canzone…  mamma questa canzone!
Non basta un raggio di sole in un cielo blu come il mare
perché mi porto un dolore che sale, che sale...
Si ferma sulle ginocchia che tremano e so perchè...

E non arresta la corsa, lui non si vuole fermare,
perché è un dolore che sale, che sale e fa male...
Ora è allo stomaco, fegato, vomito, fingo ma c’è
 E quando arriva la notte …

Un prete che sente parlare di notte non può che correre col pensiero a Giovanni della Croce e la sua notte dello Spirito. Un mio professore parlava del “sole di notte” per spiegare Giobbe. Qui la notte è quella di un giovane. Non c’è niente da fare, si ama solo a vent’anni. Quando la mamma ti dice: non sei più un adolescente dovresti controllarti un po’! Ormai si è dimenticata la notte dell’amore tradito o abbandonato. La notte è attesa e temuta, durante il giorno lavori e abbozzi un sorriso al bar con un amico. Poi ahimè bisogna smettere di lavorare ed ecco arrivare tutto di colpo come un treno sulla schiena.
 e resto sola con me
La testa parte e va in giro in cerca dei suoi perché
Cercare i perché è tanto inutile quanto inevitabile ma lo si capisce solo da vecchi.
Né vincitori né vinti  si esce sconfitti a metà
Ecco un realismo da 30enne!
La vita può allontanarci,  l’amore continuerà...
Il desiderio di una nuova possibilità non lo si uccide così alla svelta. Abbiamo una speranza necessaria per vivere. Se l’incendio avvampa si sogna già la casa ricostruita

Lo stomaco ha resistito anche se non vuol mangiare
Ma c’è il dolore che sale, che sale e fa male...
Arriva al cuore lo picchiare più forte di me
Prosegue nella sua corsa, si prende quello che resta
Ed in un attimo esplode e mi scoppia la testa
Vorrebbe una risposta ma in fondo risposta non c’è
 E sale e scende dagli occhi il sole adesso dov’è?
Che odio la Mannoia quando cantava che le lacrime delle donne sono cosmetiche e severe e quelle dell’uomo non meno sincere! Qui si parla di pianto, pianto nascosto sotto le coperte in una stanza buia con la compagnia solo di una sigaretta.
Mentre il dolore sul foglio è  seduto qui accanto a me
Che le parole nell'aria sono parole a metà
Ma queste sono già scritte e il tempo non passerà

Ma quando arriva la notte, la notte e resto sola con me
La testa parte e va in giro in cerca dei suoi perchè
Né vincitori né vinti si esce sconfitti a metà
La vita può allontanarci, l’amore poi continuerà...

Ma quando arriva la notte, la notte e resto sola con me
La testa parte e va in giro in cerca dei suoi perchè
Né vincitori né vinti si esce sconfitti a metà
L'amore può allontanarci,la vita poi continuerà
Eh sì la vita continua è l’unica possibile giudizio da dare. Le ceneri hanno coperto la brace, vado a far legna al freddo. Certo ci vorrebbe un amico per vivere certi momenti e sperimentare che nemmeno lui ti può capire perché ogni dolore è fatto con uno stampo diverso e ormai gettato. Però la canzone ci fa compagnia con la genialità di una semplice corrispondenza umana. Grazie Arisa. Pensate al dolore della Chiesa per la ferita dei suoi figli che abbandonano lo Sposo.

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