lunedì 24 settembre 2012

Grazie a Prato


Cari amici,
la nostra vita è un breve passaggio ma è tutto ciò che abbiamo. Consacrarmi a Dio è stato l’inizio per me di una avventura umana stupenda. Ora che questa chiamata mi porta in una nuova parrocchia il Signore mi ha fatto due domande.
La prima: cosa hai fatto? Rendi conto della tua amministrazione.
Posso dire di avere cercato giorno per giorno di passare per la porta stretta.  Non si può mai delegare agli altri la propria vita o la propria felicità. Scegliere la porta stretta non significa fare chissà quali sacrifici o rinunce, significa scegliere quella strada che ha esattamente il profilo della tua persona come una serratura per la chiave. Niente di più e niente di meno. Io ci ho provato e posso dire con orgoglio che la mia venuta in mezzo a voi non è stata vana. Lascio agli altri il giudizio su di me anche se domando clemenza. Certo avreste meritato un prete un po’ più santo.
La seconda domanda è stata di grande aiuto: dov’è il tuo tesoro? Cambiare ambiente di vita pone questa questione. Se il nostro tesoro è in cielo nulla è perduto.
Se considero questi 10 anni non posso non riconoscere molte grazie con cui l’Altissimo ha voluto sostenermi. Ne cito alcune:
Innanzitutto i preti. Da subito don Tino, mio primo parroco insistette sull’importanza dell’unità tra noi sacerdoti e don Maurizio in continuità ha proseguito. Ogni settimana una mattina intera era dedicata al confronto aperto sulla pastorale e sulla vita. Appena fu possibile iniziammo a mangiare insieme a pranzo e così a fare una sorta di vita comune nel rispetto degli orari di ciascuno. Con don Enrico, don Carlo, don Andrea e don Piero abbiamo cercato di trovarci, confrontarci, correggerci e aiutarci. La comunione tra i preti fatta di stima reciproca, consiglio e aiuto è la migliore condizione per un ministero di missione. Debbo poi ringraziare in particolare don Maurizio che, pur essendo il parroco, mi ha sempre trattato come un fratello.
In secondo luogo le suore. Ho già detto dell’importanza e della fecondità della loro presenza a Prato. A partire da suor Gabriella Martin recentemente e prematuramente scomparsa. Poi Suor Antonietta Clerici, ultima suora dedicata alle ragazze dell’oratorio. La loro collaborazione è stata fondamentale ed io mi sono sentito protetto e aiutato dalla loro spirituale maternità. Non posso non ringraziare il Signore di essere entrato nell’amicizia di suor Piera Boschetti, fenomeno di simpatia e di schiettezza. Alla sua morte ho chiesto al Signore due terzi del suo spirito.
Gli adulti. Che avevano circa l’età dei miei genitori e mi hanno accolto ed aiutato come un figlio aiutandomi in ogni cosa io chiedessi e consigliandomi nei momenti di difficoltà. Una vera manna per un prete di 25 anni.
Le famiglie. Al mio arrivo si trovavano in posizione un po’ distante dall’oratorio. Poi pian piano ci siamo conosciuti e ho scoperto che erano alla ricerca di un luogo dove educare i loro figli non casuale ma cristiano. Avendo molti fatto l’esperienza dell’oratorio desideravano riproporre ai figli la loro vita. Hanno iniziato ad affidarmeli ancora prima che gli stessi volessero! Molte famiglie hanno portato grande pazienza con me e con tutte le mattane che talvolta mi sono venuto in mente. Dal canto mio ho cercato di aiutare i genitori nel difficile compito dell’educare. Non so cosa sono riuscito a fare, vagliate tutte e trattenete ciò che è buono.
Della Scuola sia cattolica che statale ho già parlato. Ringrazio tutti i colleghi e collaboratori. Ho imparato molto dalla loro professionalità. Auguri a tutti di non smarrire mai la speranza educativa pur in tempi di emergenza.
Grazie ai bambini dell’oratorio e della scuola. Me l’avevano detto ma non ci credevo: la paternità fa parte del celibato. Sono un cattivo catechista ed un pessimo insegnante ma ce l’ho messa tutta; presentare il mistero cristiano ai bambini è un vero spasso.
Infine grazie ai giovani della comunità giovanile giunta a contare fino a 100 partecipanti. Siamo stati 80 in montagna e diversi mancavano. Con i più vicini è nata un’amicizia schietta, sincera. Ho trovato ragazzi educati, intelligenti e disponibili. Ne abbiamo combinate parecchie compreso qualche disastro. Rifarei tutto, anche gli errori. Se anche tutto andasse male, se anche un giorno qualcuno mi accusasse di avere fallito o di non aver capito niente di teologia o di pastorale io potrò dire: si però io ho davvero vissuto tutto fino in fondo con degli amici e la nostra amicizia, per la grazia di Dio si è fatta eterna! Il Papa a Bresso disse che quando pensava al paradiso lo immaginava come le gite nei boschi con la sua famiglia da bambino. Io non so come sia il paradiso ma me lo figuro come quelle settimane in montagna a Braies con l’oratorio Pratocentenaro. Ho esagerato, lo so, ma non poteva essere altrimenti.
Cari amici, qui si interrompe la nostra compagnia, non è per sempre ma per molto. Non vi dirò non piangete perché non tutte le lacrime sono un male. Scegliete la porta stretta il vostro cuore e la Madre Chiesa non vi ingannano. Scusate il disturbo e grazie della compagnia.

3 commenti:

  1. "Come fai a raccogliere le fila di una vecchia vita, come fai ad andare avanti, quando nel tuo cuore cominci a capire che non si torna indietro..
    Ci sono cose che il tempo non può accomodare, ferite talmente profonde che lasciano un segno"

    "Ma Nino non aver paura a sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore, un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia."

    "E qualcosa rimane, tra le pagine chiare e le pagine scure..."

    "Non rimpiango tutto quello che mi hai dato, che son io che l'ho creato e potrei rifarlo ora.
    Anche se tutto il mio tempo con te non dimentico perché questo tempo dura ancora.
    Non cercare in un viso la ragione, in un nome la passione che lontano ora mi fa.
    Vedi cara, è difficile spiegare, è difficile capire se non hai capito già."

    "Mendicante qual sono, sono povero di ringraziamenti; e i miei ringraziamenti, cari amici, sono sinceramente troppo cari anche a pagarli un soldo."

    "Beh, chiunque può sopportare un dolore tranne chi ce l'ha."

    ciao
    iL Magnifico

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  2. Le partenze, i cambiamenti, le lacrime, benidizione del Signore che ci permettono di non tenere tutto dentro, di manifestare che siamo fatti di carne ed ossa e soprattutto di sentimenti che troppe volte ci troviamo a trattenere. Ma alla fine una cosa resta ed è per me la più importante "il ricordo", che non è "la nostalgia", ma "il ricordo" è ciò che forma la nostra "memeoria" e la "memoria" è ciò di cui consiste la nostra vita. Grazie perchè ne fai parte.
    Buon cammino.

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  3. un'altra mamma di Prato2 ottobre 2012 alle ore 07:59

    Grazie, don Filippo, crescere con te, nella fede, nell'amicizia, nella stima, è stato bellissimo.
    Tanti auguri per il tuo nuovo cammino.
    Roberta

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