lunedì 25 novembre 2013

La fortuna di portare Cristo

Quando nelle notti passate all'adiaccio, immense e rotte dagli incubi, hai la fortuna di portare Cristo,
Egli ti si addormenta leggermente sul cuore e - senza irriverenza - ti vien fatto di pensare al privilegio incomparabile della Vergine Madre. Ed è Lui non, come credi, il colpo di fucile solitario e quasi sacrilego che ti sveglia per primo all'aurora chiara e assurda passata in agguato sotto le postazioni nemiche.
E nelle dure marcie sui sentieri assetati e deserti delle montagne, non ti è mai capitato di pensare alla poetica e cantante storia di Cristoforo, il portatore di Cristo e di sorprenderti a sorridere beato, pur nella stanchezza estenuante delle membra?
E non hai spesso arditamente "sentito" che al cader dell'interminabile giorno anche il tuo invisibile e presente Compagno accusava la tua stessa fatica e quella dei tuoi soldati e, come te, affrettava impaziente la sosta ristoratrice? Di più. Non ti è forse avvenuto, nell'allucinazione della stanchezza e nella luce spettrale del tramonto, la felice e breve illusione di sorprendere, con un tuffo dolce e acuto del sangue, la figura di Lui, piegata sotto lo zaino affardellato e ugualmente incolonnata nella lenta teoria degli alpini? Ed era invece il corto balenìo di un viso che s'era volto a guardarti attraverso le righe lucide del sudore e i solchi oscuri della fatica; come attraverso una grata aperta sul mondo ultraterreno. 

Don Carlo Gnocchi, Cristo con gli Alpini. Racconti della ritirata di Russia

2 commenti:

  1. Grazie don, cogli sempre nel segno. La vita a volte ti porta a combattere un nemico che non conosci e che non puoi sconfiggere. Ma quando riesci a scorgere la figura di LUI che ti è accanto, allora TUTTO trova un'atra dimensione.
    Un abbraccio
    l'alpino Beppe

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  2. si .... la fortuna di portare Cristo
    tutto diventa piu' leggero

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