sabato 15 febbraio 2014

"Dio ci deve delle spiegazioni" Roberto Antoni detto «freak»

Col rischio di trasformare questo semplice blog in un costante necrologio non posso dimenticare Roberto Antoni da sempre noto come «freak», cantante, fondatore e anima degli Skiantos.
Ho una passione sfrenata per la Bologna ecclesiale (Biffi) e per la sua opposizione: i cantanti bolognesi. Se Guccini e i Nomadi, sono passioni nobili perché "impegnate"e non perdono mai il loro tono rassicurante, gli Skiantos sono una passione di cui vergognarsi nel belmondo. Io alle medie li ascoltavo a ripetizione (la vergogna verso il belmondo ormai non la provo più) e ridacchiavo, esattamente come quei somari delle medie che vedo attorno a me, canticchiando: calpesta il paralitico, tempesta lo psicotico investi il non vedente non si accorgerà di niente!
Canzoni come: italiano terrone che amo, mi piaccion le sbarbine, ecc. me le ricordo bene, qualcuna mi sovviene talora alla memoria. Tutti quelli che ne conoscono la storia sanno che non si spiegherebbero Elio e le storie tese senza di loro. Per chi volesse scoprire il curioso profilo del soggetto lo può cercare facilmente in internet.
Freak Antoni era un maestro dell'ironia fino all'esasperazione, aveva capito che quella è l'unica forma possibile di rivoluzione intelligente e non violenta. Al confine della pazzia, sempre pendente alla tristezza e alla malinconia col rischio della noia o dell'incomprensibilità ma senza mai accettare una lettura banale si sé e del mondo. Nel documentario a lui dedicato si comprende uno spaccato drammatico e vicino tutti i viventi. L'ultimo loro disco è intitolato "Dio ci deve delle spiegazioni", affermazione garbata e tragica della grande domanda umana. Il senso della vita, della rivoluzione, dell'amore, la ricerca stessa del senso, gli oggetti, la banalità e le parole: una vita. E come tutte le vite, quel senso costante di non averla davvero compresa.
Certamente avrò sbattuto via molto tempo su canzoni delle quali ridevo solo io (ricordo che mio papà non ne poteva più). Ma ora rivedendo in pochi minuti quel percorso umano, a mio parere geniale, vedo un uomo che viene dal mondo semplice italiano, dai cortili delle case popolari, studia a scuola, vive la contestazione, fa l'artista, fonda gruppi di successo, "sfonda" per certi versi, poi un po' matura, fa una figlia, un po' si ritira, un po' ci ripensa, scompare e rimane presente solo nella memoria di fan disadattati su Mtv e muore in anticipo rispetto al normale. Sotto il profilo artistico credo si possa dire che il cosiddetto Rock demenziale che è nato con gli Skiantos è l'unica vera originalità italiana nell'ambito della musica Rock. Se ne facessimo una analisi culturale Roberto Freak Antoni nella musica italiana rappresenta il passaggio del postmoderno negli anni '70. L'opera che nella Chiesa si è fatta di ammortizzare le categorie e di non prendersela più non è forse la stessa cosa? Lasciamo perdere...
Certo che guardando a questa parabola umana e culturale, accettato il frammento, superato il perbenismo, messo via il finto scandalo, lasciando un paio di ore di noiose chiacchiere, mi viene un pensiero: ma il mondo è davvero cambiato così tanto come si dice?

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