sabato 15 marzo 2014

La samaritana

Forse non tutti conoscono la geografia della Palestina: si tratta di un lembo di terra sassoso tra la valle del Giordano e il mar Mediterraneo suddiviso in tre regioni, a nord la Galilea, al centro la Samaria e a Sud la piccola Giudea. La caratteristica dei samaritani era di essere ebrei di una tradizione diversa da quella  dei rabbini di Gerusalemme, per questo erano ritenuti un po’ come eretici o scismatici. Tutta la vita terrena di Gesù, il Figlio di Dio, si è svolta in questi pochi chilometri di terra.

La Chiesa, dopo aver osservato il Signore Gesù sconfiggere per la prima volta il nemico nel deserto, continua a tenere lo sguardo fisso su di lui. Gesù si sposta in Samaria coi suoi discepoli e vicino ad un pozzo incontra una donna. Il dialogo che nasce tra Gesù e la donna è di una ricchezza unica. Si affrontano temi grandi della salvezza a partire da un dialogo umanissimo e densamente simbolico. Il tema dell’acqua, della sete e del pozzo riecheggiano da tutte le parti nella Bibbia. Altrettanto si può dire per i temi dell’amore, del matrimonio, del culto e della salvezza. E’ così denso l’intreccio del dialogo che nessuno può averlo inventato. Ci sono due possibilità: o la stessa donna riportò il dialogo a Giovanni in un secondo tempo o l’evangelista Giovanni era nascosto dietro il pozzo ad origliare.
Il percorso tende alla rivelazione finale: sono io che ti parlo. Gesù entra nel dialogo senza nessuna paura, dimostrando di essere libero da ogni pregiudizio di carattere culturale e di genere. Gesù incontra chiunque gli capiti. E’ certo che ogni incontro non è casuale, che ogni persona è un dono del Padre. In Samaria sa bene che si imbatterà in persone non formate dalla grande sapienza rabbinica ma non lo preoccupa; al pozzo sa bene che potrebbe incontrare una donna e che il dialogo potrebbe addentrarsi nella malizia, ma non si ritira. Gesù incontra e dialoga. Adopera la sua sapienza psicologica e la sua dialettica per aprire un varco dell’interlocutore perché sa che l’annuncio della salvezza non può essere gettato senza che il terreno sia stato aperto. Vuole dirle: quello che il tuo cuore cerca è qui.
La donna si presenta al pozzo per prendere l’acqua per bere o per far da mangiare. Certo ha una  grandezza: non si rifiuta di dialogare, non fugge nemmeno quando il Signore la incalza su temi personali. Si
lascia accarezzare dalla parola di quell’uomo misterioso e sente di essere guardata con un amore libero e vero che non aveva mai provato. Sarà la stessa esperienza che faranno i suoi compaesani. Quell’uomo non  ci ha giudicato, ha parlato con noi e ci ha rivelato il senso della nostra vita ed il nostro destino. Con Lui si fa l’esperienza della vicinanza di Dio in una maniera nuova. Gesù ci risolleva e ci apre ad una novità di vita inattesa. Questa è la salvezza.
La Chiesa nella seconda domenica di quaresima contempla il suo Signore che corteggia l’umanità al pozzo. Gesù salva vincendo la confusione, portando a compimento convinzioni non approfondite e liberandoci dalla tristezza in cui spesso cadiamo per colpa dei peccati. Gesù vince il nulla con il dialogo e l’annuncio, il suo passaggio è indimenticabile.

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