domenica 9 marzo 2014

Ambrogio: La nostra lotta è il digiuno

Ai nostri padri fu proclamato questo oracolo divino, che, uscendo in battaglia, suonassero la tromba al cui suono il Signore si sarebbe ricordato del suo popolo, per cui avrebbe concesso l'aiuto richiesto, conoscendo egli molto bene ciò che stimola la sua misericordia, e che nei giorni di festa, nelle loro neomenia cantassero al suono delle trombe. Perciò anche Davide dice: suonate la tromba all'inizio del mese, nel giorno della vostra festa affollata (Sal 80). Ebbene verrà per noi il giorno della festa e già si avvicina.
Suoniamo la tromba come andando in battaglia, suoniamo la tromba per proclamare il giorno di festa. Ad un tempo la lotta si avvicina e ci è promessa la vittoria. La nostra vittoria è la croce di Cristo, il nostro trofeo è la Pasqua del Signore Gesù. Ma egli prima ha combattuto per vincere, non perché avesse necessità di combattere, ma per indicarci prima il modi di combattere e per darci poi la grazia del trionfo. La nostra lotta è il digiuno. Dunque il salvatore digiunò e così il tentatore gli si avvicinò. Ed innanzi tutto lanciò un dardo alla gola dicendo: Se sei il Figlio di Dio dì a questa pietra che diventi pane. Egli mise avanti il cibo come esca per il laccio, per catturare così la brama corporale; il Signore mise innanzi il digiuno per spezzare i lacci del tentatore, le sue catene. INfatti così sta scritto: non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola di Dio. Con quel laccio Adamo era stato strangolato, con questo taglio dato alla tentazione diabolica ogni uomo è stato liberato.

Sant'Ambrogio di Milano, Elia e il digiuno, 1.1

Nessun commento:

Posta un commento