giovedì 6 dicembre 2012

Ambrogio e l'amicizia

«Conservate dunque, o figli, l’amicizia che avete stretto con i vostri fratelli, perché è la più bella tra le cose di quaggiù. Infatti è il conforto di questa vita avere una persona cui aprire il proprio cuore, confidare i propri segreti, affidare gl’intimi pensieri del proprio animo, così da poter contare su un uomo fedele che nella prosperità si rallegri con te, condivida il tuo dolore, nelle persecuzioni t’incoraggi.
… Disse bene il santo Davide: Saul e Gionata, attraenti ed amabilissimi, inseparabili nella loro vita, anche nella morte non furono separati.Questo è il frutto dell’amicizia, non già che per l’amicizia si calpesti la fede: non può essere amico di un uomo che è stato infedele a Dio. L’amicizia è custode della pietà e maestra dell’uguaglianza, cosicché il superiore si fa uguale all’inferiore e l’inferiore al superiore. Fra chi ha costumi diversi non può esservi amicizia; perciò dev’essere corrispondente la condiscendenza di entrambi. Non manchi all’inferiore l’autorevolezza se le circostanze lo esigono, né l’umiltà al superiore. Questi lo ascolti come un suo pari, un suo eguale; quello da amico, lo ammonisca, lo rimproveri, non per il gusto di mettersi in mostra, ma per sentimento d’amore.L’ammonizione non sia aspra né offensivo il rimprovero: come l’amicizia deve fuggire l’adulazione, così dev’essere anche aliena dall’insolenza. Che cos’è l’amico se non uno che ricambia il tuo amore, un essere al quale legare e stringere e unire così intimamente l’animo tuo da voler diventare  con lui una sola persona: uno al quale affidarti come a un altro te stesso, da parte del quale non temere nulla e nulla di disonesto pretendere per il tuo tornaconto? L’amicizia non frutta denaro, ma è piena di dignità e di attrattiva. L’amicizia, infatti, è una virtù non un guadagno, perché non nasce dal denaro ma dalla simpatia; non è messa all’incanto per il migliore offerente, ma sorge da una gara d’affetto.Le amicizie fra i poveri per lo più sono migliori di quelle tra i ricchi; e spesso i ricchi sono senza amici, mentre i poveri ne hanno molti. Non c’è infatti vera amicizia dove c’è ingannevole adulazione. I più cercano di compiacere i ricchi con le adulazioni; con il povero nessuno finge. Tutto ciò che si da al povero è sincero: l’amicizia che si ha per lui è senza invidia.Che c’è di più prezioso dell’amicizia, comune agli angeli e agli uomini? Il Signore Gesù dice: Con le ricchezze, che sono fonte di iniquità, fatevi degli amici che vi accolgano nelle loro tende per sempre. Lo stesso Iddio, da servi che eravamo ci fa  amici, come egli stesso afferma: Ormai voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Ci ha dato il modello di amicizia da imitare; fare la volontà dell’amico, rivelargli tutti i segreti che abbiamo in cuore, non ignorare quelli dell’animo suo. Mostriamogli il nostro cuore ed egli ci apra il suo. Per questo, disse, vi ho chiamati amici perché vi ho fatto conoscere tutto ciò che ho appreso dal Padre mio. L’amico, se è un vero amico, non nasconde nulla; manifesta il suo animo come il Signore Gesù manifestava i misteri del Padre suo.Orbene, chi osserva i comandamenti di Dio gli è amico ed è onorato di questo nome.»


Sant’Ambrogio, I Doveri, III 132-137.

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