sabato 23 agosto 2014

Camminerò camminerò

Camminerò, camminerò
sulla tua strada Signor
dammi la mano voglio restar
per sempre insieme a te

Tra le canzoni che non possono mancare in oratorio c'è sicuramente questa. E' talmente semplice da imparare che almeno per il ritornello non necessita di libretto o foglietto. Cantandola spesso mi sono entusiasmato per il tempo futuro.
Non dice camminai o cammino ma camminerò, al futuro. Immagino un ragazzo che si rialza si mette di buona lena sul sentiero. Cosa gli è successo prima? Cosa lo fermava? Probabilmente la paura o forse solo il non saper dove andare. Dice: ora che ho trovato Te, Signore, camminerò in avanti, non mi fermerò, la mia vita ha assunto una prospettiva, una direzione. In maniera semplice si canta un atto di fede e di entusiasmo, se Cristo tocca la tua vita inizia una avventura unica. Non scompare la fatica, non cambia la durezza del sentiero ma ora possiamo camminare.
L'attuale versione borghese del nichilismo che ha la forma del sentimentalismo triste in cui cadono molti dei più giovani non è altro che la mancanza di una meta. Il genio di san Tommaso ha coniato il famoso detto: il metodo è determinato dall'oggetto. Brutalmente lo possiamo banalizzare in: il cammino è determinato dalla meta. Che senso ha camminare se non si ha una meta? Che senso ha alzarsi al mattino senza un perché? Che senso ha vestirsi bene se non c'è nessuno cui piaccio?
Il nostro corpo però segnala almeno due questioni. La prima. Noi abbiamo un lato A e un lato B, senza allusioni volgari, siamo fatti con un davanti ed un di dietro, il viso e le spalle. Siamo fatti per guardare avanti e dobbiamo farci violenza per guardare indietro. La seconda. Tutto il nostro corpo è sostenuto dalle gambe e dai piedi, che senso hanno? Coloro che non ne dispongono li riteniamo terribilmente menomati. Siamo fatti per andare.
Pensate alle cose più buone che esistono. Non so, per esempio... il vino! tu stappi una bottiglia di amarone e ci senti dentro tutta la storia del bel paese, i boschi, i fiumi, le colline, i monasteri, le chiese, i vicoli, i romani, gli etruschi, il rinascimento, il barocco, Garibaldi, il Papa, il mare e le dolomiti. Ne puoi bere tanto, 3 bicchieri, una bottiglia, ma per quanto buono sia dopo un po' senti il bisogno di altro.
Quando hai 16 anni e ti perdi negli occhi della tua bella amica scopri che il sentimento ha profondità sorprendenti e ti sembra che basterebbe essere lì con lei per saziarti. Se ci provi non è così. Tu e lei siete fatti per andare, magari insieme, ma comunque per andare. Okkio che se lei ti chiede di star fermo ti inganna e si inganna. La cosa migliore che ti può capitare è che lei ti dica di camminare. A questo servono gli amici.
Ho iniziato a camminare per lavoro, diciamo così. Oggi obbligo tutti a camminare perché mi piacerebbe che scoprissero , faticando, questa semplice, evidente eppure nascosta corrispondenza tra l'atto del metter un piede dietro l'altro e la nostra vita. 
Soffro a vedere tanti amici seduti a guardarsi l'ombelico. Camminando si sudano fuori molte tossine, si rinuncia ai pesi inutili, si ha bisogno solo di acqua e cibi di sostanza, si mollano gli amici molesti, si cerca una vera guida si percepisce tutta la necessità di non essere soli e di non potersi fidare solo delle proprie gambe, si desidera la meta. Se non esistesse una meta la promessa scritta nel nostro cuore sarebbe un grosso inganno. Tutta la nostra vita sarebbe un inganno. Ma se esiste una meta tutto cambia, tutto assume senso e direzione.

Capisco di essere stato un privilegiato. Quando Dio mi chiamò vidi una montagna in sogno e guardando in basso vidi gli scarponi ai miei piedi. Camminerò, camminerò sulla tua strada Signor, dammi la mano voglio restar per sempre insieme a Te che sei via, meta e vita.

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