giovedì 13 dicembre 2018

mercoledì 5 dicembre 2018

La Confessione


Una delle cinque cose più belle della mia vita è la Confessione. Non posso nominare le altre quattro. La Confessione me la godo come pochi al mondo e mi provoca sempre pomeriggi migliori, sonni tranquilli e voglia di lavorare. La consiglio vivamente a chiunque sia battezzato.
Cerco ogni anno di spiegarla ai miei giovani amici e qualcuno capisce.

lunedì 5 novembre 2018

4 novembre 1918 - 4 novembre 2018

Sono rimasto profondamente commosso nel vedere devastato il mio amato Cadore.
Ho imparato da mio cugino Marco ad amarlo quando a diciott'anni mi ha portato per la prima volta sulle dolomiti. Era il mio primo Trekking in alta montagna, prima le gite in montagna le mal sopportavo. Allora scoprii una bellezza infinita e non ho mai smesso di proporla ai miei giovani amici. Montagna rosa, montagna traforata, montagna che s'innalza maestosa, si fa ghiaia e nascostamente si allunga fino al Resegone.

Poi altri amici - uno su tutti il mitico Mauro Cargnel - mi hanno raccontato le storie di quei monti e mi hanno fatto passare per le gallerie della Grande Guerra raccontandomi aneddoti incredibili degli uomini che lì hanno combattuto. Neve, ghiaccio e rocce furono scavate per creare tunnel, trincee, basi e gallerie. Uomini che portavano i cannoni in spalla fino a duemila o tremila metri di altezza. giorni, mesi ed anni trascorsi in montagne bellissime e terribili. Giovani vite spezzate per difendere l'Italia, per creare l'Italia. Si rimane ancora senza parole nel rievocare

giovedì 25 ottobre 2018

I preti ai matrimoni

Sempre nell'incontro del 13 ottobre coi seminaristi della Lombardia Papa Francesco ha affrontato il tema dei sacerdoti che danno scandalo. Leggete cosa ha detto (immaginando la sua parlata sudamericana):

"Ma quando voi doveste vedere che un prete scandalizza, per favore andate o direttamente da lui o dal suo amico o dal parroco o dal vescovo, perché lo aiuti. In Argentina c’è l’abitudine di invitare i sacerdoti alla festa delle nozze:

domenica 21 ottobre 2018

Giocare con i bambini è un segno di maturità

Venerdì 13 Ottobre Papa Francesco ha ricevuto in udienza i seminaristi della Lombardia e si è intrattenuto con loro dialogando e rispondendo alle loro domande. Un milanese gli ha chiesto:

giovedì 18 ottobre 2018

Le inquietudini e le speranze dei giovani

Signore, Tu conosci le nostre inquietudini.
Esse sono in realtà profonde e personali aspirazioni
ad una ideale figura di uomo che sia vero, sincero,
forte, generoso, eroico e buono.
Migliore insomma dei modelli umani del passato
e del presente: nuovo e perfetto.
Esse sono desideri grandi e stupendi
verso un mondo migliore, libero e giusto,
affrancato dal dominio della ricchezza egoista
e dell'autorità dispotica e ingiustamente repressiva,
reso invece fratello da un comune impegno
di solidarietà e di servizio.
Noi pensiamo all'amore,

venerdì 21 settembre 2018

Delpini: messaggio per le festa di apertura degli Oratori

1. Benedico l’inizio dell’anno oratoriano.

L’inizio dell’anno oratoriano è la “festa degli oratori”. Infatti è la festa della partenza: partire è festa perché c’è una meta da raggiungere, c’è una compagnia che condivide, c’è la fierezza di non stare fermi.
La meta da raggiungere, il traguardo desiderabile è la gioia di Dio, il suo Regno, la vita di Dio in noi. Si può anche chiamarla santità: quella vissuta da molti, come per esempio Papa Paolo VI, che è stato nostro Arcivescovo, don Francesco Spinelli, mons. Oscar Romero che Papa Francesco iscriverà tra i santi canonizzati nel mese di ottobre. Si mettono in cammino quelli che credono alla promessa di Dio: sanno che di Dio ci si può fidare. Non cercano la gloria, sanno che è solo fumo. Non cercano guadagni, sanno che per chi ha sete nessuna bevanda che si compri al mercato può bastare. Cercano la gioia e sanno che non ci sono mercanti di gioia. Perciò si mettono in cammino verso la terra promessa da Dio: Via così!

domenica 2 settembre 2018

Operazione nostalgia ma mica tanto

dopo un paio di mesi mi sento un po' in colpa a non aver pubblicato più nulla
scartabello il mio pozzo alla ricerca di qualcosa da condividere
e dato che inizia a finire la mia stagione nel fondo del secchio
raccolgo nostalgia e pezzi di sentimento in un esame di coscienza poco cattolico e semmai rapsodico
apro iutub e mi trovo davanti un pezzo commovente e divertente

venerdì 6 luglio 2018

Elogio della mamma del mio oratorio

Non è tanto nel mio stile ma vorrei comporre un elogio.
Elogio inaspettato, secondo quella teoria del Vanni, che
"nell'adolescenza un genitore
deve brillare per la sua assenza"
Anche una quasi rima fece il Vanni!

Elogio della mamma che disse:
"sono contenta e vi ringrazio perché martedì pioveva
ed avete lasciato giocare i ragazzi.

mercoledì 6 giugno 2018

Ambrogio: la baldanza e l'umiltà

L'umiltà non fa impressione vista nei vecchi, 
che, privi di forza, 
rotti dagli acciacchi, 
afflitti dai dolori, 
ansanti per difficoltà di respirazione, 
arsi dalle vampe delle preoccupazioni 
e rattristati dalla stessa noia di vivere 
si sono ormai scordati lo slancio della baldanza. 
È vero: l'umiltà è rara nei giovani 
e perciò desta ammirazione. 

lunedì 28 maggio 2018

L'omelia della festa del grazie


La festa del grazie che apre la festa popolare cade quest’anno nella solennita della SS. Trinità. Con questa celebrazione vogliamo dire grazie a Dio per un anno di catechesi e di vita oratoriana passati insieme. E la festa popolare invita l’Oratorio ad aprirsi e a rivolgersi a tutti. Posso così dedicarmi a parlare delle due passioni della mia vita: la Trinità e l’Oratorio. Non è esagerato dire che l’Oratorio nasce e riceve la sua missione dalla Trinità stessa.

1. La prima cosa che mi pare importante ricordare è che l'Oratorio è il più serio tentativo a Lecco centro di far sì che la fede cristiana diventi una vita. Qui c'è una scommessa esplicita: siamo i cristiani, se non siamo cristiani non abbiamo ragione di essere. Cristiani senza altre aggiunte. E’ molto diverso impegnarsi in Oratorio rispetto al fare il volontariato. Ogni gesto di generosità va sempre bene ma non serviva Gesù Cristo per generare il volontariato. Spesso in oratorio ce ne si dimentica e facciamo come se fossimo una associazione o una cooperativa. No noi siamo la Chiesa.
E ciò che più ci tiene agganciati a Cristo è proprio la celebrazione dell'Eucarestia.

martedì 22 maggio 2018

Nel mattino del suo splendore originale

E’ mezzogiorno. Vedo la chiesa aperta. Bisogna entrare.
Madre di Gesù Cristo, non vengo a pregare.
Non ho niente da offrire e niente da domandare.

Vengo solamente, Madre, a vederti.
Vederti, piangere di felicità, sapere questo
Che sono tuo figlio e tu sei qui.

giovedì 26 aprile 2018

Quel giorno d'aprile di F. Guccini - 2012

Non resisto alla tentazione di pubblicare questa canzone. L'Italia ha quasi sempre avuto dei poeti ufficiali: Carducci, Pascoli, Montale... ed ora? Uno c'è ma non fa il poeta: è un cantautore. Inutile negare che i cantautori italiani degli ultimi 70 anni abbiano soppiantato la funzione sociale della poesia. Ormai i loro testi si studiano a scuola (non senza molti rischi). A loro abbiamo affidato il genio della narrazione comune. Li cantiamo insieme sottotono o a squarciagola sotto la doccia, in macchina e insieme quando vogliamo essere uniti. Ne impariamo a memoria le strofe e chi ha il dono di suonare la chitarra ricercando gli accordi come magie per riprodurre quelle sensazioni.

Il mio preferito è (e credo rimarrà) Francesco Guccini.
Mi ha entusiasmato per la sua portata di critica sociale, mi ha fatto sbellicare con la sua ironia da comico di balèra, mi ha commosso con canzoni d'amore che ho impiegato molti anni a capire, mi ha affascinato nella capacità unica di descrivere la vita così com'è e lo ringrazierò per sempre per non essere morto sul palco ed essersi ritirato per anzianità come pochi sanno fare. Lo sento come un parente. Sarà che anche io ho origini appenniniche.

lunedì 23 aprile 2018

Ambrogio: perché imparassi a volare

Perché, dico io, ti ripieghi verso la Terra 
se in Enoch sei stato rapito al cielo?
Se in Elia sei stato innalzato col cocchio?
Se in Paolo sei stato rapito al Paradiso e posto a vivere nel cielo?
Se in Davide sei stato esaudito e ld hai preso le ali della colomba ed hai volato?
Se in Cristo sei stato sollevato fatto uccello nello Spirito?
Quando lo Spirito è disceso sotto forma di colomba 
ti ha dato le sue ali perché imparassi a volartene via dalla terra.

Ambrogio di Milano, 
commento al salmo 118/2 - lettera nun, 
Cittànuova editrice p. 125

domenica 25 marzo 2018

Francesco in dialogo coi giovani

Una stupenda giornata di dialogo tra il Papa ed i giovani mostra come Francesco sia davvero un guida solida e competente da cui c'è molto da imparare. Basta dire che il Papa parla in maniera diretta e per slogan, qui il pensiero è pieno, ricco, simpatico e complesso: da studiare!
dF

DOMANDE DEI GIOVANI E RISPOSTE DEL SANTO PADRE

venerdì 23 marzo 2018

Ambrogio: puoi dire "Tuo io sono"?

Come puoi tu che sei di quella risma, dire a Cristo: "Tuo io sono?" 
Egli ti risponderà: 
"Non chi dice "Signore, Signore" entrerà nel regno dei cieli. 
Non chi mi dice "tuo io sono" è veramente mio.
Sei proprio mio se la coscienza non smentisce la tua affermazione, 
se l'anima o il tuo operato non confutando il tuo discorso. 

giovedì 22 marzo 2018

L'anaffettivo nella settimana santa

Si aggira anche in oratorio l'anaffettivo globale. Sguardo fisso al cellulare, cappellino sotto il cappuccio della felpa da cui spunta un cavetto bianco, già prima dei dieci anni se ne sbatte. La nonna lo rincorre ingoiando il senso di colpa, la mamma lo scusa e si china a raccoglier la cartaccia. Al giovane prete che gli chiede di sputare la cicca non da ascolto certo che al massimo gli sorriderà chiedendogli: ti sembra corretto?
Non poteva essere diversamente.

sabato 17 marzo 2018

Sant'Ambrogio e la vittoria di Cristo di Simone Simeoni

All’alba del IV secolo l’Impero romano era confuso e travagliato da cruente lotte interne, asserragliato nei propri confini mentre orde di barbari lo assediavano da ogni lato, attratti dalla ricchezza come avvoltoi dall’odore del sangue. La fase tetrarchica e il lungo impero costantiniano avevano restituito stabilità e potenza, ma per ogni problema che veniva risolto se ne aprivano di nuovi, a volte più virulenti di quelli appena risolti. Ad esempio il famoso editto di Milano del 313, emanato proprio da Costantino, aveva sì messo fine alle persecuzioni anticristiane che avevano sconvolto le province imperiali nei decenni precedenti, ma aveva anche problematizzato la situazione religiosa dello Stato. Il cristianesimo doveva ora rapportarsi in modo diverso non solo all’Impero che lo riconosceva come lecito, ma anche alle altre religioni che, agli occhi del potere romano, detenevano il suo stesso status. E, come spesso accade

lunedì 19 febbraio 2018

Cantar d'amore: New Orleans di D. Van de Sfroos - 2008

Davide Van de Sfroos non fa parte della schiera dei cantautori "storici" ha radici diverse ed è emerso all'onore delle cronache solo dopo il 2000. La sua produzione sconta anche la difficoltà di essere in gran parte dialettale e quindi non accessibile a tutti gli italiani attenti ai testi. Non è stato il primo in questo campo ma forse ne è uno dei massimi esponenti.
La canzone che segue inoltre affronta una molteplice difficoltà linguistica, raccontare in dialetto una tragedia accaduta negli Stati uniti e precisamente a New Orleans città di fondazione francese diventata musicalmente importante grazie agli immigrati di origine africana. Inglese, francese e ritmi jazz e soul africani raccontati in dialetto lombardo o meglio laghèe, vero meticciato.
Si tratta di una canzone d'amore sì ma una storia privata che si inserisce nella tragedia dell'uragano Katrina che nel 2005 ha distrutto la città. A favore dei non lombardi ci sarebbe da fare una sorta di traduzione ma sarei ridondante, se qualcuno ha domande le faccia. Ecco il testo:

Seet vegnuda granda giò in paluud,
insèma ai cucudrill e al tò fredèll,
mi hai detto che tuo padre ha tre fucili,
ma urmai g'ho un coer de trenta chili
e podi anca fàss sparà....

giovedì 15 febbraio 2018

Cantar d'amore: E tu di C. Baglioni - 1974


Sono davvero grato a Baglioni per il festival di Sanremo. Non ho mai particolarmente seguito IL festival e ne ricordo poche edizioni. Anche se nessun italiano può dire di esserne totalmente estraneo, un po' come al calcio. Settimana scorsa invece mi sono sinceramente appassionato perché ho trovato dei momenti di poesia davvero notevoli. Grazie quindi a chi lo ha diretto!
Nella memoria della mia adolescenza (soprattutto quella trascorsa al mare) Baglioni è ben presente. Nella memoria non liturgica di san Valentino ripropongo uno dei suoi brani più famosi incentrato sui pronomi tu ed io. Scelta semplice ma assai efficace.

Accoccolati ad ascoltare il mare
quanto tempo siamo stati
senza fiatare
seguire il tuo profilo con un dito
mentre il vento accarezzava piano
il tuo vestito
e tu
fatta di sguardi tu

sabato 3 febbraio 2018

Cantar d'amore: Caramelle di J-AX e Neffa - 2015


Scorrendo le canzoni che ho commentato fino ad ora mi sono sentito vecchio. Ma questo non sarebbe un problema, a me piace stare fuori dall'attualità. Solo che si corre il rischio di parlare solo per sé. Così un giovane amico che porta pazienza con me all'Oratorio mi ha suggerito qualche canzone e ho scelto questa.
Non posso parlare molto di questi due autori (anche se J-AX lo seguo da un po'). 
Alcune premesse: 1. siamo nel post-moderno e si mixano tanti linguaggi, storie e vocaboli di genere differente. 2. questa canzone non va solo ascoltata ma anche guardata nel video. 3. Lascio alla fine le osservazioni sul video e mi concentro sul testo. E... via!

Non sarebbe male per sempre...
Io e te mangiando caramelle 

La dichiarazione iniziale è il tutto della canzone ma passa quasi inosservata all'inizio.

C'è chi ha voglia di volare alto,

venerdì 26 gennaio 2018

La leggenda di san Cristoforo

Cristoforo era un Cananeo, un gigante dotato di grande forza e imponenza fisica. Era un guerriero ed aveva anche un volto che incuteva terrore in tutti (cinocefalia). Aveva un grande desiderio: quello di mettersi al servizio dell’uomo più forte. E si mise alla ricerca. Trovò dapprima un re potente e, ben contento, si mise al suo servizio.
Ma un giorno
in presenza di un giocoliere che cantava una canzone nella quale si nominava il diavolo, vide che il re, tutte le volte che lo si nominava, si faceva il segno della croce. Cristoforo, dubbioso e inquieto, chiese al re la spiegazione del suo comportamento. Visto che questi tentennava,

venerdì 19 gennaio 2018

Cantar d'amore: Anna e Marco di L. Dalla - 1979

A Lucio dalla mi sono accostato seriamente da poco. Forse ho fatto fatica a capire questa sorta di folletto geniale ironico e drammatico. Bolognese come molti altri ma capace di amare il meridione e l'America come pochi, un mix originale ed unico nel suo genere assolutamente italiano ed insieme internazionale. La canzone che segue ritorna su un tema che mi è molto caro: l'amore come salvezza.
Non capiremo mai abbastanza quanta grazia esista nascosta in un bar di periferia abitato da adolescenti sgraziati. Dopo parecchi "problemi" d'amore vorrei ritornare sulla sua forza nobilitante. Ma seguiamo il testo.

Anna come sono tante
Anna permalosa
Anna bello sguardo
Sguardo che ogni giorno perde qualcosa

domenica 7 gennaio 2018

Cantar d'amore: Rimmel di F. De Gregori, 1975

De Gregori è un altro di quei cantautori che ascolto a ripetizione come i miei ado ascoltano Gemitaiz. Ma non è la stessa cosa. Io lo ascoltavo sì quando avevo 16 anni, nel '92 o giù di lì, ma De Gregori era già un classico. Questa canzone è del 1975 quando non ero ancora nato. In partenza devo fare due premesse.
1. De Gregori è un vero poeta e spesso usa un linguaggio ermetico, sfido chiunque a parafrasare una delle sue canzoni!
2. Nel testo non compare mai la parola "amore" oggetto di questa serie di post. Qui si parla della fine di un amore, lei una sera ha lasciato lui un po' all'improvviso al termine di una discussione.

E qualcosa rimane, 
fra le pagine chiare e le pagine scure

Oh cari piccoli lettori, sì qualcosa rimane sempre