venerdì 30 marzo 2012

Al concorso primavera

In tempi come questi si ha pure paura a dirlo. Nella sana educazione lombarda affetti, passioni ed emozioni è sempre meglio tenerli nascosti; se li si espone lo si fa sempre come provocazione, poi si ricada nella serietà. Per favore.
A me non piacciono i bambini piccoli, non so come rapportarmi. Faccio fatica con i giovani perchè
sono meglio di me. Spesso trovo noiose le mamme (soprattutto quelle troppo serie). Va meglio coi papà soprattutto se parlano di calcio, vino, teologia e letteratura. I preti poi, oh i preti... lasciamo stare. 
Il mio vero divertimento sono i ragazzi delle scuole medie! Quelli che ridono per niente, che si vestono in maniera ridicola, che dicono le parolacce e scrivono sui muri. Mi sono istintivamente simpatici, mi ritrovo nei loro blocchi e nei loro slanci, nei loro tentativi sgraziati sempre al limite del capolavoro mai raggiunto. Li guardo, cerco di parlare e sono subito noioso ma non mi arrendo. Ho capito stasera cosa mi attira.
Assistevo al Concorso Primavera e li vedevo scimmiottare X Factor e Amici, ballare incuranti dello sguardo un po' allibito e critico di noi professori, incuranti degli errori ed entusiasti per poco. Mi commuove ogni volta, come la primavera, il miracolo dell'inizio della libertà. Ho paura di sembrare Brovelli ma oso: la promessa contiene il compimento.

3 commenti:

  1. Ehm ehm...manca una categoria: le suore! So che siamo un panda ufficialmente in via di estinzione ma io preferisco definirci "in via di evoluzione", e spero che possiamo esserti simpatiche anche noi, con i nostri "tentativi sgraziati" di essere al passo con i tempi, le "scimmiottate" involontarie di un mondo che corre, incuranti degli errori (errore fatale!) e poco entusiaste (la maggior parte, io sono un essere geneticamente modificato e mi sono entusiasmata sin dalla nascita). Mi piacerebbe sapere il tuo parere su questa categoria, arrancante nella sequela Christi ma ancora profondamente innamorata di Dio....

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  2. Cara sorella,
    sei ormai una fedelissima di questo baby-blog. Delle suore parlo poco perché ne conosco poche. Di una però ero diventato amico. Aveva 80 anni e si chiamava Piera. Tengo sempre la sua immagine sulla scrivania. Il suo sguardo severo e amorevole era un vero sostegno per tutti. Quando è partita per il cielo ho chiesto a Dio di far morire anche me come lei e di darmi due terzi del suo spirito. Stasera, per esempio, avrei bisogno di una sua battuta o di un suo richiamo. Era davvero sorella e non solo mia.

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  3. Caro don, hai ragione, ormai non passa giorno che non scorra su questo blog i tuoi pensieri, li vorrei commentare tutti ma mi sembra di essere invadente, perciò mi affaccio qui solo ogni tanto; ti ringrazio della tua fraterna corrispondenza virtuale (e spero un giorno anche umana, a Dio piacendo,così arricchirai il tuo "parco suore")e di ciò che scrivi sinceramente e apertamente su argomenti vari. Mi piace e lo trovo molto simile al mio modo di sentire ed esporre, pensavo di essere una marziana anomala ma sono felice di aver trovato un fratello, e per di più sacerdote, che mi fa sentire meno marziana e meno anomala.... Sono anche felice per l'ottimo ricordo che hai di sr Piera, sono anime che ci avvicinano in questa breve vita ma ci segnano, rimangono con noi per sempre e nel cuore ci daranno per sempre un loro richiamo o battuta, se rimaniamo "sintonizzati" su ciò che da loro abbiamo appreso e su ciò che loro ci hanno dato. Di sicuro non sono all'altezza di questa consorella, ho anche la metà delle sue primavere e, immagino, pure un millesimo della sua spiritualità, ma se un giorno potrò esserti sorella ed aiutarti in qualche modo ne sarò contenta; anzi, sei già nelle mie preghiere, un aspetto del nostro carisma è proprio avere a cuore i sacerdoti, pregare per loro, raccomandarli al Signore e sostenerli soprattutto spiritualmente, quindi coraggio!
    Infine, permettimi una confidenza. Ieri ero alla Messa delle 11.30, alla fine della quale voi sacerdoti vi davate da fare per preparare la chiesa per le comunioni del pomeriggio. Uscendo, ci siamo quasi incrociati mentre tu in fondo sistemavi le sedie, io ti conosco ma tu no (e come suora laica mi mimetizzo camaleonticamente con l'ambiente)...volevo fermarmi a salutarti e magari darvi una mano nei preparativi ma dovevo scappare per una visita a due anziane ed ero già in ritardo; come dire: la carità mi è sembrata più urgente e doverosa della mia soddisfazione e compiacenza personale nel fermarmi con voi....Beh, questo non è nè un saggio richiamo di sr Piera nè una sua sagace battuta, ma è solo un piccolo pensiero che ho condiviso con te, con l'augurio che consorelle come lei, ormai vicino al cuore di Dio, aiutino noi povere sorelle quaggiù ad essere davvero "sorelle" e di tutti.

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