Carissimi chierichetti,

anche questa volta vorrei usare il vostro (o nostro?)
giornale per lanciare un messaggio ad un grande musicista. Sto parlando di
Vasco Rossi, se non il primo, certo uno dei più ascoltati rocker italiani.
Questa estate Vasco ha fatto molto parlare di sé per diversi motivi che
tralasceremo vorrei leggere insieme a voi una canzone del suo ultimo disco che mi
ha molto colpito e che richiede una ripresa.
“Manifesto futurista della nuova umanità”:l’ho sentita,
anzi vista, per la prima volta in televisione una sera facendo zapping e mi ha
subito colpito convincendomi a comprare il nuovo album (Vivere o niente, Vasco
Rossi, EMI edizioni musicali). Inizia così:
La cosa più semplice \ Ancora più facile \ Sarebbe
quella di non essere mai nato.
Ehilà, dico io, ma che visione pessimista!Soprattutto per
un uomo di successo come lui. Continua:
Invece la vita \ arriva impetuosa \ Ed è un miracolo
che ogni giorno si rinnova.
Ah beh, così è più equilibrata la visione. E poi attacca:
Ti prego perdonami, ti prego perdonami \ Ti prego
perdonami se non ho più la fede in te.
Non ci posso credere! Tre volte la richiesta di perdono
come nella Messa. Ma allora con chi parla Vasco?
Ti faccio presente che \ È stato difficile \ Abituarsi
ad una vita solo e senza di te.
Eh, sì questa canzone non è solo una considerazione sulla
vita, qui Vasco parla con Dio, è una preghiera vera e propria. Tanto è vero che
nel video mostra una locomotiva in corsa classico simbolo del mito del
progresso (come insegna Guccini) e sullo sfondo compare una grossa croce
luminosa. Quando ho visto il video in Tv la prima volta mi è sembrato unico il
fatto che Vasco facesse una considerazione così schietta della sua vita
rivolgendosi a Dio. E’ vero, nel video sembra cantare con una certa ironia, ma
le parole sono forti e dirette e rivelano una specie di fede in un Dio non ben
definito che per lui c’è, ma che per lungo tempo si è fatto finta che non ci
fosse. Credo che questa condizione oggi sia comune a molte persone.
Allora come mai ricompare Dio sulla scena? Vasco stesso
risponde:
Mi sveglio spesso sai \ pieno di pensieri \ non sono
più sereno \ più sereno com’ero ieri \ La vita semplice che mi garantivi \ Adesso
è mia però \ È lastricata di problemi.
Ecco svelato l’arcano: abbandonare Dio è possibile, ma i
problemi della vita rimangono. La canzone qui si fa generazionale: per un certo
periodo molti hanno smesso di pensare e pregare Dio e sembravano stare meglio.
Qualcuno diceva fosse morto, ora no, non più, Dio è tornato sulla scena.
Il dramma umano è tutto qui. Senza Dio io rimango solo e
che faccio? Ho quasi finito anche la pazienza che ho con me . Quella,
onestamente, la perdo un po’ anch’io
quando mi scopro a commettere sempre gli stessi peccati.
Sarà difficile non fare degli errori \ senza l’aiuto
di potenze superiori. Sì, senza l’aiuto di Dio e dei suoi angeli è difficile non fare degli
errori. Ho fatto un patto sai con le mie emozioni \ le lascio vivere e loro
non mi fanno fuori. Bellissimo questo finale sulle emozioni. Oggi tutti
cercano emozioni e l’emozione sembra essere il criterio di tutti. Vasco lo sa
bene, è bravissimo far emozionare la gente che infatti accorre sempre numerosa
ai suoi concerti. Qui lui supera sé stesso e dice che le mozioni stesse però ti
fanno fuori se non le controlli, se non fai “un patto”.
E’ incredibile amici come quelle che chiamano canzonette
siano capaci di lasciarci molti spunti
di riflessione se le ascoltiamo con
intelligenza. Vorrei però concludere con un messaggio che indirizzo a
Vasco con la presunzione che magari gli arrivi:
Caro
Vasco Rossi, Dio è buono. Non temere, quando chiedi perdono. Dio è misericordia
e nonostante tutti i nostri errori ci ama immensamente. Possiamo averne
combinate di grosse nella vita, ma se ci rivolgiamo a Lui con il cuore e
domandiamo perdono Egli ci accoglie con la gioia di un Padre.