Il
dono del sacramento dell’ordine ricevuto per l’imposizione della mani del Card.
C.M. Martini l’8 giugno del 2002 ha profondamente segnato la mia vita. Ho
ricevuto un dono di cui mi avevano parlato ma che mi ha stupito oltre ogni
aspettativa come accadde ai discepoli a Pentecoste (At 2,1-11). All’inizio ero
convinto di essere diventato il titolare della filiale di una multinazionale in
fallimento: la Chiesa. Invece lo Spirito della verità non si vede ma, come dice
il Vangelo di Giovanni, è rimasto con me
insistendo per inverare e rinnovare la mia vita (Gv 14,15-20) proprio
come descrive il decreto Presbiterorum Ordinis del Concilio Vaticano II. «I presbiteri, in virtù della sacra
ordinazione e della missione che ricevono dai vescovi, sono promossi al
servizio di Cristo maestro, sacerdote e re;
essi partecipano al suo ministero, per il quale la Chiesa qui in terra è incessantemente edificata in popolo di Dio, corpo di Cristo e tempio dello Spirito Santo».
essi partecipano al suo ministero, per il quale la Chiesa qui in terra è incessantemente edificata in popolo di Dio, corpo di Cristo e tempio dello Spirito Santo».
Sono
diventato maestro. Ho fatto a lungo e volentieri l’allievo: ora mi è toccava
di insegnare. Destinato nella Parrocchia di Pratocentenaro ho subito capito che
c’era bisogno di un maestro. Non perché i parrocchiani non fossero preparati al
contrario qui ho trovato gente molto formata che mi ha chiesto di non indugiare
e di farmi presto maestro. I ragazzi non volevano un amico, ma una guida. Il
prete non è padrone ma testimone e maestro della verità e deve imparare ad
insegnarla con chiarezza fascino. Ho così iniziato a non per rispondere ad un
professore dopo aver letto dei libri ma per rispondere a delle domande vive. Siccome
non si può insegnare se non si sa da chi si impara, ho sentito forte l’esigenza
di avere a mia volta un maestro. L’elezione di Papa Ratzinger ha rappresentato
per me una svolta. La sua teologia chiara e profonda è diventata un punto di
riferimento imprescindibile. Dopo che molti per anni molti si erano scansati… finalmente
ho trovato un maestro da seguire! Poi mi è stato chiesto anche di curarmi delle
scuole, quella media prima e in seguito quella parrocchiale ora sono un maestro
a tutto gli effetti.
In contemporanea è cresciuta in me la coscienza
dell’essere sacerdote. Non penso
tanto all’abilità della tecnica liturgica nella quale non sono mai migliorato
molto. Penso piuttosto a quella strana situazione per cui tu sei uomo come
tutti quelli che incontri, eppure porti con te il mistero di Dio. Sei fratello
e insieme presenza stessa di Cristo. Ho imparato che le due cose non sono in
opposizione. Si è tanto più sacerdoti quanto più si è uomini e tanto più uomini
quanto più si cresce nella propria vocazione. Il prete è uomo di Dio, carica su
di sé il dramma della vita delle persone che incontra e lo porta a Dio. Questa
strana posizione che lo Spirito Santo mi ha chiesto di tenere nel mondo è fonte
di una vita incredibile in cui il dramma umano non è represso, ma esaltato. La
celebrazione eucaristica è diventata il centro della mia preghiera e della mia
persona: portare a Dio le persone e rappresentare il Signore per la Chiesa. E’
rinato me un nuovo amore per la liturgia soprattutto per quella ambrosiana, sobria
ed entusiasmante. Sono fiero di essere sacerdote di questa Chiesa servita da
una schiera di sacerdoti vicini al popolo e a Dio allo steso tempo come insegna
il mio maestro il Card. G. Biffi: liberi, forti e anche un poco divertiti di questa vita.
So
anche di esser diventato Re perché il prete partecipa della regalità di
Cristo. Oso dirlo con tutta la sfacciataggine di cui sono capace, non avevo
così tanta fiducia in me stesso dieci
anni fa. Quando dico re, non penso tanto alla piccola gloria parrocchiale della
fama di quartiere, parlo del fatto che rimanendo con Cristo si entra nel
segreto del vero possesso della realtà. La fede dona tutto e non toglie nulla. Ho
trovato il segreto del possesso di me stesso, del mio corpo, del mio cuore,
delle cose e delle parole. Mia la vita, miei i sorrisi, mio l’amore e
l’amicizia, il vino e la pipa. Mie le montagne, il mare, l’arte, l’Italia, la
terra santa, l’Europa e il mondo. Ringrazio molto i saggi anziani incontrati,
la loro stima ed il loro consiglio è una letizia incredibile per un giovane
sacerdote. Ringrazio molto le famiglie che mi hanno chiesto di essere educatore
dei loro figli. Mi avete dato in mano ciò che avete di più caro, chiedo scusa
di avervi alle volte deluso, prendete ciò che di buono ho saputo fare. Ma più
di tutto ringrazio i giovani dell’Oratorio: la fiducia che avete riposto in me è
stata la più grande conferma della potenza del Signore risorto, la vostra stima
mi ha reso un re sempre più cosciente della mia dignità.
Vorrei dire a tutti che l’opera dello
Spirito Santo è vera, grande e potente. La vocazione sacerdotale è un dono inestimabile
di cui cerco di conservare sempre la coscienza. Quella libertà che il mondo di
oggi sogna e ricerca si trova nella fede in Gesù Cristo, Ubi fides ibi libertas diceva il grande padre Ambrogio.
Vivendo
la mia vocazione ho capito meglio il mio nome: Filippo significa amico del
cavallo. Oggi sta passando il cavallo nero della crisi economica ma non temete
più potente è il cavallo bianco di cui io sono amico Cristo Signore Re
dell’universo che cavalcando viaggia per la storia suscitando gioia e speranza:
lasciatevi trascinare da Lui.
Caro fratello, Padre e Maestro, ho pregato per te in questo anniversario chiedendo al Dio che ti ha scelto e che tu hai scelto, di custodirti e benedirti, conservando nel tuo cuore la gioia, la forza e la fedeltà, per essere altrettanti anni e ancora di più sacerdote secondo il cuore di Gesù! Questa mattina alla Messa mi sono letteralmente "incantata" a guardare te e gli altri sacerdoti nel momento della consacrazione (la posizione in pole position del coro mi fa sembrare quasi di concelebrare....): quando stendendo le mani e dicendo il "Prendete e mangiate....prendete e bevete" discendeva il Dio in terra, pensavo che sono le vostre parole e le vostre mani ad attuare il "miracolo", senza di voi non c'è Eucaristia, non c'è misericordia e perdono, non c'è consacrazione, non c'è benedizione....che grazia immensa siete per il mondo! Grazie di cuore per ciò che hai fatto in questi anni e per quanto farai ancora; rimani aggrappato alla preghiera, all'adorazione, a Maria SS.ma, e segui l'unica strada possibile: l'imitazione di Cristo. Ti accompagno e sostengo con la preghiera. Auguri e buon cammino!
RispondiEliminaGrazie mille Don di questi 10 anni insieme. Grazie di tutte le avventure (anche nel vero senso della parola) che abbiamo passato insieme, grazie di avere dato il cuore per questa parrocchia e per questo quartiere, grazie per riavermi dato la speranza e grazie, grazie, grazie per altre mille cose...
RispondiEliminaGiunto A. :)