sabato 5 maggio 2012

Grazie Eminenza, vada avanti

Potrò dire: io c'ero. Oggi al sacro Monte di Varese veniva giù un'acqua che m'ha bagnato pure l'anima.
Non siamo andati in molti perché la III media di quest'anno è così. Ho sbagliato strada tre volte (ma come è fatta Varese?) e abbiamo parcheggiato, al solito, dove non si doveva. Siamo arrivati nel consueto ritardo ma non eravamo gli ultimi. Ci ha sempre sorpreso (non mi arrenderò, credo, mai) che dopo il cammino dicendo il rosario sopra si ballasse "ai se eu te pego" e che l'arcivescovo venisse accolto come popstar...
Ma l'evento è stato questo:
arrivati su al Sacro Monte e tutti seduti sulla strada acciottolata è iniziata la preghiera dei 14enni con l'arcivescovo. Canto, segno della croce e attacca il solito dialoghetto tra finti ragazzi che dovrebbero rappresentarci tutti. Mentre li senti pensi: ci sarà mai un ragazzo di 14 anni che dice una cosa del genere? Poi lo schemino diceva: "Arcivescovo" e lì il fatto. Scola non legge ma attacca a parlare a braccio! Attacca una riflessione sulla confusione chiamandola Babelismo e richiamandosi a Maritain, continua con l'importanza delle relazioni ecc. ecc. e via coi suoi temi. Grazie Eminenza, lei ha pochi anni a Milano, lo sappiamo, ma le chiedo un aiuto: ci liberi dagli schemi della FOM. Liberi la FOM da se stessa!
La prego vada avanti cogliendo le occasioni per dialogare direttamente col popolo come siete capaci in pochi di fare. Lei è un professore, insegni, insegni, insegni. Insegni cose difficili e grandi, citi tutti quelli che vuole, mi sento un somaro ma godo e mi viene voglia di leggere di conoscere. Ci spieghi tutto, piega per piega, non ascolti quelli che dicono: "ai ragazzi bisogna dire cose semplici" ecc. E' vero babelismo è cacofonico e forse un po' esagerato, è vero lei spara sempre incontro, compagnia, amicizia come tutti i ciellini ma io non posso che dirle grazie. Grazie di essersi scostato, grazie di aver ripreso la libertà di essere intelligenti, grazie perché quando la ascolto la ragione non viene umiliata come ascoltando molti slogan o titoli o canti oratoriani.

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