domenica 27 maggio 2012

10 anni di sacerdozio


Il dono del sacramento dell’ordine ricevuto per l’imposizione della mani del Card. C.M. Martini l’8 giugno del 2002 ha profondamente segnato la mia vita. Ho ricevuto un dono di cui mi avevano parlato ma che mi ha stupito oltre ogni aspettativa come accadde ai discepoli a Pentecoste (At 2,1-11). All’inizio ero convinto di essere diventato il titolare della filiale di una multinazionale in fallimento: la Chiesa. Invece lo Spirito della verità non si vede ma, come dice il Vangelo di Giovanni, è rimasto con me  insistendo per inverare e rinnovare la mia vita (Gv 14,15-20) proprio come descrive il decreto Presbiterorum Ordinis del Concilio Vaticano II. «I presbiteri, in virtù della sacra ordinazione e della missione che ricevono dai vescovi, sono promossi al servizio di Cristo maestro, sacerdote e re;
essi partecipano al suo ministero, per il quale la Chiesa qui in terra è incessantemente edificata in popolo di Dio, corpo di Cristo e tempio dello Spirito Santo».
     Sono diventato maestro. Ho fatto a lungo e volentieri l’allievo: ora mi è toccava di insegnare. Destinato nella Parrocchia di Pratocentenaro ho subito capito che c’era bisogno di un maestro. Non perché i parrocchiani non fossero preparati al contrario qui ho trovato gente molto formata che mi ha chiesto di non indugiare e di farmi presto maestro. I ragazzi non volevano un amico, ma una guida. Il prete non è padrone ma testimone e maestro della verità e deve imparare ad insegnarla con chiarezza fascino. Ho così iniziato a non per rispondere ad un professore dopo aver letto dei libri ma per rispondere a delle domande vive. Siccome non si può insegnare se non si sa da chi si impara, ho sentito forte l’esigenza di avere a mia volta un maestro. L’elezione di Papa Ratzinger ha rappresentato per me una svolta. La sua teologia chiara e profonda è diventata un punto di riferimento imprescindibile. Dopo che molti per anni molti si erano scansati… finalmente ho trovato un maestro da seguire! Poi mi è stato chiesto anche di curarmi delle scuole, quella media prima e in seguito quella parrocchiale ora sono un maestro a tutto gli effetti.
In contemporanea è cresciuta in me la coscienza dell’essere sacerdote. Non penso tanto all’abilità della tecnica liturgica nella quale non sono mai migliorato molto. Penso piuttosto a quella strana situazione per cui tu sei uomo come tutti quelli che incontri, eppure porti con te il mistero di Dio. Sei fratello e insieme presenza stessa di Cristo. Ho imparato che le due cose non sono in opposizione. Si è tanto più sacerdoti quanto più si è uomini e tanto più uomini quanto più si cresce nella propria vocazione. Il prete è uomo di Dio, carica su di sé il dramma della vita delle persone che incontra e lo porta a Dio. Questa strana posizione che lo Spirito Santo mi ha chiesto di tenere nel mondo è fonte di una vita incredibile in cui il dramma umano non è represso, ma esaltato. La celebrazione eucaristica è diventata il centro della mia preghiera e della mia persona: portare a Dio le persone e rappresentare il Signore per la Chiesa. E’ rinato me un nuovo amore per la liturgia soprattutto per quella ambrosiana, sobria ed entusiasmante. Sono fiero di essere sacerdote di questa Chiesa servita da una schiera di sacerdoti vicini al popolo e a Dio allo steso tempo come insegna il mio maestro il Card. G. Biffi: liberi, forti e anche un poco divertiti di questa vita.
     So anche di esser diventato Re perché il prete partecipa della regalità di Cristo. Oso dirlo con tutta la sfacciataggine di cui sono capace, non avevo così tanta fiducia in me  stesso dieci anni fa. Quando dico re, non penso tanto alla piccola gloria parrocchiale della fama di quartiere, parlo del fatto che rimanendo con Cristo si entra nel segreto del vero possesso della realtà. La fede dona tutto e non toglie nulla. Ho trovato il segreto del possesso di me stesso, del mio corpo, del mio cuore, delle cose e delle parole. Mia la vita, miei i sorrisi, mio l’amore e l’amicizia, il vino e la pipa. Mie le montagne, il mare, l’arte, l’Italia, la terra santa, l’Europa e il mondo. Ringrazio molto i saggi anziani incontrati, la loro stima ed il loro consiglio è una letizia incredibile per un giovane sacerdote. Ringrazio molto le famiglie che mi hanno chiesto di essere educatore dei loro figli. Mi avete dato in mano ciò che avete di più caro, chiedo scusa di avervi alle volte deluso, prendete ciò che di buono ho saputo fare. Ma più di tutto ringrazio i giovani dell’Oratorio: la fiducia che avete riposto in me è stata la più grande conferma della potenza del Signore risorto, la vostra stima mi ha reso un re sempre più cosciente della mia dignità.
     Vorrei dire a tutti che l’opera dello Spirito Santo è vera, grande e potente. La vocazione sacerdotale è un dono inestimabile di cui cerco di conservare sempre la coscienza. Quella libertà che il mondo di oggi sogna e ricerca si trova nella fede in Gesù Cristo, Ubi fides ibi libertas diceva il grande padre Ambrogio.
Vivendo la mia vocazione ho capito meglio il mio nome: Filippo significa amico del cavallo. Oggi sta passando il cavallo nero della crisi economica ma non temete più potente è il cavallo bianco di cui io sono amico Cristo Signore Re dell’universo che cavalcando viaggia per la storia suscitando gioia e speranza: lasciatevi trascinare da Lui.

2 commenti:

  1. Caro fratello, Padre e Maestro, ho pregato per te in questo anniversario chiedendo al Dio che ti ha scelto e che tu hai scelto, di custodirti e benedirti, conservando nel tuo cuore la gioia, la forza e la fedeltà, per essere altrettanti anni e ancora di più sacerdote secondo il cuore di Gesù! Questa mattina alla Messa mi sono letteralmente "incantata" a guardare te e gli altri sacerdoti nel momento della consacrazione (la posizione in pole position del coro mi fa sembrare quasi di concelebrare....): quando stendendo le mani e dicendo il "Prendete e mangiate....prendete e bevete" discendeva il Dio in terra, pensavo che sono le vostre parole e le vostre mani ad attuare il "miracolo", senza di voi non c'è Eucaristia, non c'è misericordia e perdono, non c'è consacrazione, non c'è benedizione....che grazia immensa siete per il mondo! Grazie di cuore per ciò che hai fatto in questi anni e per quanto farai ancora; rimani aggrappato alla preghiera, all'adorazione, a Maria SS.ma, e segui l'unica strada possibile: l'imitazione di Cristo. Ti accompagno e sostengo con la preghiera. Auguri e buon cammino!

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  2. Grazie mille Don di questi 10 anni insieme. Grazie di tutte le avventure (anche nel vero senso della parola) che abbiamo passato insieme, grazie di avere dato il cuore per questa parrocchia e per questo quartiere, grazie per riavermi dato la speranza e grazie, grazie, grazie per altre mille cose...
    Giunto A. :)

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