domenica 29 aprile 2012

Pecore e Pastori

Indimenticabile l'analisi di Giacomo Biffi sui pastori di oggi. Più o meno dice così:
"Nella Chiesa di oggi la parabola della pecorella smarrita sembra vera a parti invertite. Le 99 pecore sono scappate e nel recinto della chiesa rimane una sola pecorella ingrassata e stanca e persino un po' intimorita. Molti pastori di larghe vedute le intimano: esci vai anche tu nel mondo come le altre 99 e sentiti libera! Poi chiudono il cancello e vanno al bar a parlare di pastorale".


Io ho un maestro. Lo dichiaro con assoluta gioia. Lui ha capito che sono suo discepolo ed è felice di essere maestro. Sono molto diverso dal mio maestro, gli ho parlato quattro volte e ho letto tutti i suoi libri, o almeno quelli che ho trovato. Il mio maestro è il cardinale Giacomo Biffi. A lui per metà è intitolato questo blog. spero che non lo sappia mai perché non so cosa ne direbbe. E' bello avere un maestro ve lo consiglio.
In uno dei suoi ultimi libri ha dedicato un'ampia riflessione al tema di Gesù buon pastore e al linguaggio derivato dall'immagine pastorizia nell'uso ecclesiale. Domani la liturgia ci propone la lettura di un breve passo del discorso di Gesù sul buon pastore (Gv 10). L'intuizione più bella che ho colto nelle sue pagine è che in ogni uomo rimane una eco dell'impronta originaria di Cristo. Sant'Ambrogio dice che Cristo è il seme di tutte le cose. Le pecore ascoltano al voce del pastore perché ritrovano la voce originaria, quella della chiamata iniziale. Ecco perché i discepoli alla prima chiamata si muovono subito. Noi siamo pecore del suo gregge.
Il prete è il ministro di Cristo pastore. Non si può comprendere chi sia il prete senza riflettere su Cristo buon pastore. Oggi tendiamo a pensare ai preti in base alle occupazioni che svolgono o in base al contesto delle parrocchie ma la considerazione più vera sta nel fatto che il prete è il pastore delle pecore.
Sarebbe folle un pastore che vuole il male delle pecore, esse sono il suo patrimonio, il suo lavoro, il suo amore, tutta la sua vita. Sarebbe matta una pecora che volesse scappare dal pastore, si smarrirebbe e perderebbe la vita. Non hanno senso i ragionamenti sulla Chiesa che oppongono preti e laici, essi sono parte di una sola realtà sebbene in ruoli diversi. Il pastore vuole dare la vita alle sue pecore, le vuole vive in eterno.

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