mercoledì 4 aprile 2012

Cristo salva anche gli attori

Si aggira per il mondo cattolico delle parrocchie una strana forma umana: il teatrante. Non
intendo lo splendido affannarsi sul palco delle compagnie ufficiali. Mi riferisco a quella posizione umana che distingue molti tra noi: una continua recita di fronte a tutti.
La legge del distacco, appresa per non soffrire, diventa regola totale. Il cuore nascosto da un volto per bene, l'ostentata indifferenza alle scelte fino all'assurdo. Il rapporto tra la fede e la vita si pone con una nuova domanda: chi avrà ancora il coraggio di piangere o di gioire? Chi avrà il coraggio di mostrare sulla pelle non i tatuaggi di una vita non vissuta ma le vibrazioni dell'animo?
In questa settimana siamo interpellati a riconoscere ciò che siamo, chiediamo la grazia di piangere su noi stessi per poter alla fine gioire della vittoria. Chi non saprà piangere non potrà davvero ridere. Cristo salva anche gli attori ma loro si lasceranno salvare?

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