martedì 12 giugno 2012

Ambrogio: corpo e anima

Sant'Ambrogio è il più grande di tutti i Padri della Chiesa. Nel suo testo più famoso, l'Esamerone commento ai sei giorni della creazione, affronta una serie di diatribe teologiche difficilissime,
discorsi nei quali la stragrande maggioranza dei preti, vescovi e teologi di oggi non saprebbero nemmeno come muoversi.
Dopo avere parlato ai suoi fedeli per tutta una giornata durante la quale i cristiani hanno pregato, ascoltato e digiunato tutto il giorno (i ritiri del tempo erano un po' più seri dei nostri), trova questa questa geniale, poetica e fondamentale conclusione:
«Ma ormai concludiamo il secondo giorno per non esaurire con la nostra prolissità la resistenza degli ascoltatori, prolungando il nostro discorso fino a notte inoltrata che, priva ancora della luce della luna e delle stelle potrebbe impedirvi di vedere mentre tornate a casa; e nello stesso tempo per consentirvi di ristorare  il vostro corpo con cibi e bevande, evitando così che, mentre le anime banchettano, la fragilità della carne si lamenti di dover digiunare anche la notte». Amb. Exam. cap. 5,22
Dimostra così di esser attento alle esigenze dell'anima e a quelle del corpo. Ecco perché Ambrogio di Milano nel IV secolo scrive cose più utili ad un prete dell'oratorio che non molti presunti "autori spirituali" di oggi.

1 commento:

  1. Fantastica!
    A proposito di ritiri, ho saputo che ci sono preti che mandano i ragazzi in ritiro dalle suore di clausura e gli fanno vivere tutti i momenti di preghiera, anche le lodi alle 5 del mattina!
    Chiunque penserebbe "ma che bravo quel prete", ed invece dov'è il prete?
    A dormire! (fino alle 8,00!)
    :-)

    ciao
    iL Magnifico

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