venerdì 8 giugno 2012

Attratti da Cristo, pietra viva


10 anni fa' diventavo sacerdote. Queste furono
le parole del Card. Martini nella Messa di ordinazione:

Duomo, 8 giugno 2002
Carissimi ordinandi, la vostra gioia di questo momento è anche la gioia del Vescovo, del seminario e del presbiterio, dei vostri genitori, parenti e amici, dell'intera diocesi, dei vostri Superiori religiosi, della Chiesa universale. Una gioia che per me è intrisa di particolare emozione perché, come vi ho detto nella Festa dei Fiori, nutro per voi un particolare affetto in quanto siete gli ultimi diaconi che ordino presbiteri come Arcivescovo di Milano, e vi considero dunque come "filii senectutis", amati come Giacobbe amava Beniamino. Ma con lo stesso affetto
abbraccio e impongo le mani anche al mio confratello gesuita Marco, ai Frati Minori Andrea, Ernesto, Carmelo, Michele e a Marco e Damiano del Pontificio Istituto Missioni estere.
L'ordinazione presbiterale sigilla il vostro "sì" alla chiamata del Signore e dà inizio al secondo tempo della vostra storia. Dopo quello dell'ascolto, comincia il tempo dell'annuncio, del servizio, della carità pastorale e missionaria, del dono della vita in unione con Gesù che si dona nell'Eucaristia.
Tra poco, mediante l'imposizione delle mie mani e la preghiera consacratoria, entrerete nel mistero del roveto ardente che brucia e non si consuma, ma trasforma la vostra vita imprimendole una svolta definitiva; entrerete nella fiamma di fuoco dell'amore di Dio che incessantemente opera e risplende nella Chiesa e nel mondo. Riceverete la grazia dello Spirito santo che vi avvolgerà e vi stringerà a Cristo "pietra viva".
È proprio su questa pietra che vorrei riflettere brevemente con voi, a partire dal motto che hanno scelto i diaconi della Diocesi - "Stringendoci a Cristo pietra viva" - e dalle letture bibliche che abbiamo ascoltato.
Una scoperta straordinaria
La prima lettura, dal libro della Genesi, racconta il sogno di Giacobbe. Egli ha lasciato il suo passato, la sua tranquillità, ha lasciato la madre che amava e da cui era molto amato, per intraprendere un viaggio avventuroso. Quando giunge stanco, affaticato, pieno di paure a Luz, la notte è ormai vicina; prende allora una pietra, se la pone come guanciale, si addormenta e fa un sogno. Nel sogno vede una scala la cui cima raggiunge il cielo, e gli angeli di Dio che salgono e scendono su di essa. D'un tratto il Signore stesso si presenta e gli dice: "Io sono il Signore, il Dio di Abramo tuo padre e di Isacco ... Ecco io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai". Svegliatosi dal sonno Giacobbe intuisce, con tremore e stupore, che Dio si interessa di lui, entra nella sua quotidianità. Giacobbe capisce che non è più solo, che è seguito passo passo dal cielo, che Dio gli è amico, conosce la sua genealogia, Abramo e Isacco, ha compassione per la sua fragilità e la sua solitudine, non tiene conto dei suoi sbagli. E' una scoperta straordinaria che dà chiarezza alla sua esistenza, lo libera da ogni paura e lo incoraggia nel viaggio intrapreso: "ti proteggerò ovunque andrai". Giacobbe assume, per così dire, una nuova umanità. E' un po' come Pietro che sulla barca si sente dire: non temere! Giacobbe sa che queste parole lo porteranno lontano, in un viaggio nel quale sarà accompagnato e sostenuto dal Signore. Per questo prende la pietra usata come guanciale e la erige a stele, come segno dell'intervento di Dio nella sua vita, così da non dimenticare mai questo momento di grazia.
Cristo, pietra viva
Nel vangelo di Giovanni, Gesù riprende l'immagine della scala per rivelarci il mistero della sua persona, quando dice: "Vedrete i cieli aperti e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo". Attraverso di lui arriviamo a Dio, vediamo il volto del Padre. Anche su voi, carissimi ordinandi, oggi si aprono i cieli. Nel sacramento vi viene incontro Dio stesso in Gesù, Verbo incarnato, che avete seguito, da cui vi siete lasciati amare e scegliere per un servizio che impegna la vita intera.
È Gesù, pietra viva, il luogo dell'esperienza di Dio, è lui la pietra scelta e preziosa, di cui ci parla la seconda lettura. Ed è bello pensare che in una società debole e confusa come la nostra, dove tutto appare provvisorio, voi avete posato il capo sulla pietra come Giacobbe e vi siete accorti che quella pietra è Cristo, l'unica roccia sicura, salda, fedele. Proprio perché avvertite la vostra fragilità, venite riempiti dai doni dello Spirito santo per essere attratti da Cristo, pietra viva, che vi unisce nel suo abbandono al Padre, vi fa partecipi dell'infinito mistero di Dio, vi abilita a offrire sacrifici spirituali per mezzo suo.
E oggi vi proponete di erigere questa pietra viva e preziosa come stele nel vostro cuore e nella vostra vita, come sorgente quotidiana della vostra speranza. Pensando ai miei miei 50 anni di vita presbiterale posso dirvi che questa speranza si rinnova di giorno in giorno a contatto con la Parola di Dio e con l'Eucaristia e anche quando il nostro uomo esteriore incomincia a logorarsi, l'uomo interiore si rinnova a tale contatto ogni giorno di più.
Prendete il largo
Riprendo infine la pagina evangelica, la quale sottolinea la missione apostolica che oggi vi viene affidata e che, secondo la parola del Signore, vi porterà al largo, fino agli estremi confini della terra, nell'onda di quel "duc in altum", "prendi il largo" che il Papa ha voluto porre come cifra del terzo millennio. Una pagina evangelica che appartiene anche a me, come ho detto altre volte; veniva letta infatti in quella domenica di febbraio di 22 anni fa quando entravo per la prima volta in questo Duomo per celebrare la mia prima Messa da Vescovo. Mi sentivo pieno di stupore, come vi sentite voi e come si sentivano Giacobbe e Pietro, di fronte alla grandezza della chiamata.
Qui vorrei semplicemente richiamare che Pietro riceve la sua missione nel momento in cui si riconosce peccatore. Ciò significa che tale missione non dipende dalla bravura di Pietro, ma dalla fedeltà di Dio. Anzi, il suo itinerario di scoperta del perdono e della fedeltà di Dio nella sua fragilità diverrà tipico di ogni credente. Non quindi per le sue qualità sarà "pietra", cioè garanzia di stabilità, bensì perché ogni suo errore, ogni sua scivolata metterà a nudo la Pietra viva, la sola Pietra che tiene, Cristo Gesù. La vostra missione, carissimi ordinandi, non ha altro appoggio che la Pietra e la vostra pesca, sulla sua Parola, darà un frutto che supererà ogni aspettativa.
Conclusione
Mentre vi assicuro che prego e pregherò per ciascuno di voi, vi auguro di aiutare soprattutto i giovani ad affrontare il cammino della fede, a incontrare e a lasciarsi amare da Gesù, pietra viva, a fare scelte evangeliche coraggiose e definitive, a gustare la bellezza e la gioia di un'esistenza cristiana aprendosi al servizio e al dono di sé.
Termino con una preghiera in parte di J.H. Newman e in parte composta da voi: "Resta con me, Signore, e io risplenderò come tu risplendi, fino a diventare luce per gli altri. Tu, o Gesù, sarai l'unica sorgente di questa luce e, attraverso me, risplenderai su di essi. Da' loro la luce, come l'hai donata a me; illuminali con me, attraverso me. Tu che mi hai scelto per essere ministro della nuova Alleanza, dammi di rimanere sempre unito a Te, pietra viva e di annunciare a tutti, sotto la guida dello Spirito, il Vangelo della gioia".
E poiché oggi la liturgia ci invita a venerare il Cuore Immacolato di Maria, vogliamo chiedere alla Madonna, a cui fu ripetuta la promessa fatta a Giacobbe - "Il Signore è con te" -, di farci entrare nel suo Cuore per entrare sempre più profondamente nel Cuore di Gesù, dove è racchiuso l'amore eterno di Dio per noi e per ogni uomo e donna della terra; di renderci capaci, con la sua intercessione, di affidarci giorno dopo giorno a Gesù, Parola di Dio. Amen.

Carlo Maria Card. Martini

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